"La sconfitta dell’Inter si spiega su due piani: quello della contingenza e quello della struttura". Luigi Garlando affronta così sulla Gazzetta dello Sport il tema nerazzurro dopo il primo ko stagionale. "Contingenza: nel primo tempo l’Inter ha creato e concluso molto. Avrebbe potuto chiudere il match. E’ stata più sfortunata di altre volte in cui ha vinto costruendo meno. E poi i meriti dell’Udinese, ridisegnata con sapienza da Oddo. Solo contro Juve e Roma, Spalletti ha incrociato il cocktail di fisicità e tecnica proposto dai friulani. E ha sofferto ancora. Piano strutturale: ripetiamo da sempre che il gap dei nerazzurri rispetto alla concorrenza sono le alternative. Ci siamo. L’Inter non ha le coppe, certo, ma se giocano sempre gli stessi, ti stanchi lo stesso. La Juve può schierare due squadre. Ieri la Roma ha cambiato 6 uomini rispetto al turno precedente. Un conto, nelle difficoltà, è provare a sterzare con l’innesto di un Douglas Costa o di un Perotti, un conto col tenero Karamoh. Ieri Spalletti ha schierato il francesino anche per lanciare un s.o.s. alla proprietà cinese: «Amici, questi siamo. Io vi ho portato quassù. Se volete restarci, mettete mano al portafoglio e aiutatemi». E alla puntualizzazione del d.s. Ausilio («Squadra già fortissima»), il tecnico ha reagito: «Parli la proprietà». Ha ragione Spalletti. L’Inter avrebbe potuto esserlo, «fortissima», se avesse speso meglio i milioni sborsati per i vari Gabigol, Kondogbia, Joao Mario, Dalbert... Ora è corta e imperfetta. Bravo Spalletti a recuperare energie come Santon, ma i limiti dimostrati in 10 anni prima o poi rispuntano: ieri ha concesso 2 gol. Se Perisic e Borja alla lunga si appannano, si spegne la luce. Per non dire di Icardi, cui è vietato ammalarsi. L’Inter non ha ragazzi di talento e di gamba come Barak e Jankto per energizzare la mediana e neppure incursori come De Paul e Lasagna per variare la mono-idea offensiva: cercare Icardi. Una sconfitta ci sta, non è un dramma e non ridimensiona nulla. Ma è in arrivo il momento cruciale della stagione: per il mercato, con relative tensioni intestine, ma anche per la gestione della prima sconfitta e del derby di coppa emotivamente esplosivo. Spalletti non dovrà sperperare energie parlando di «fogne», ma seminare calma e curare al meglio una creatura in delicata crescita".

Sezione: News / Data: Dom 17 dicembre 2017 alle 10:40 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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