Alla vigilia del match contro il Real Madrid, Roberto De Zerbi, allenatore dello Shakhtar Donetsk, è protagonista di un'intervista al quotidiano spagnolo El Pais nella quale parla della sua carriera, del suo stile di gioco e anche delle sue convinzioni tattiche. Quando viene definito un punto di riferimento per l'innovazione del calcio italiano, De Zerbi tiene a precisare: "Non mi sento un punto di riferimento. Non voglio. Io amo l'Italia. Mi sento italiano al cento per cento e rispetto la tradizione italiana perché anche quando abbiamo vinto il Mondiale 2006 con le nostre armi, quel Mondiale l'ho vinto anche io. Mi sentivo persino felice e orgoglioso! La domanda che mi pongo è: ti piace l'idea tradizionale del calcio italiano, sei d'accordo con la difesa difensiva e il contropiede? No. Non mi rappresenta né mi diverte. Il divertimento è un aspetto determinante. Se non mi piace fare una cosa, preferisco non farla. Ora in Italia ci sono due scuole di pensiero. Una tradizionale, che è giusto che rimanga, e un'altra che si è rivoltata contro certe idee del passato. Ma succede anche in Spagna, dove non tutti giocano come Barcellona, ​​Real Sociedad o Villarreal. Il Getafe l'anno scorso ha giocato all'italiana".

Poi si parla degli sviluppi nel girone di Champions: "Ci restano quattro partite. Ce la giocheremo in tutte e quattro. Chiaramente la sconfitta con lo Sheriff, che poi ha battuto il Madrid, ci ha fatto male. Il girone si è fatto difficile, ma miglioreremo. Non siamo ancora pronti per giocare la Champions come vorrei. Al momento dobbiamo crescere vincendo trofei nei tornei in Ucraina. E sicuramente con più tempo saremo pronti per giocare meglio la Champions League".
Sezione: News / Data: Lun 18 ottobre 2021 alle 19:21
Autore: Christian Liotta
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