"L’attivismo instancabile e cervellotico dell’Ifab sta producendo un calcio mai visto prima". E' questo il titolo dell'articolo scritto da Paolo Casarin, storico arbitro e designatore di Serie A, per le pagine sportive del Corriere della Sera. "Finora, 8ª giornata, si è visto un gioco del calcio diverso da quello registrato nello scorso torneo - fa notare -. Mi riferisco unicamente alle decisioni degli arbitri costretti alla modifica delle loro letture tecniche, acquisite e consolidate da tempo, a causa della volontà dell’Ifab di tentare di annullare di fatto l’involontarietà o la casualità. Mi riferisco, in particolare, alle decisioni in area, mano o lievi contatti fisici, solo oggi puniti, che sono molte volte decisivi ai fini del risultato. Nel primo anno della Var (2017-18) ci furono 39 rigori in 8 giornate e poteva essere stata la novità a scombinare il gioco d’area, l’anno scorso sono stati 13 e si poteva parlare di estrema attenzione dei difensori, oggi ancora 40 cioè circa tre volte tanto e questo si può spiegare solo con la confusione immessa nel gioco dall’Ifab. Se si continuasse a questo ritmo sarebbero 180 rigori l’anno, record all-time. Assolutamente discutibile il primo rigore di Rocchi contro l’Atalanta; il piede di Palomino affianca senza sovrapporsi a quello di Immobile, ragionevole invece il secondo. I rigori reclamati in Juve-Bologna sono un altro esempio di irrazionalità: le regole debbono essere semplici e non frutto di valutazioni presuntuose dei pensieri dei calciatori impegnati in sforzi fisici. Le non decisioni di Irrati erano accettabili prima dell’attivismo delI’Ifab. Bene Giacomelli in Sassuolo-Inter, rigori esatti per ogni calcio. Giusto il rigore al Lecce". 

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Sezione: News / Data: Lun 21 ottobre 2019 alle 23:16
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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