Cristiano Biraghi è il protagonista della seconda puntata di ‘Unboxing’, il nuovo format di Inter Tv. Attraverso il gioco delle scatole, il terzino nerazzurro racconta di sé, delle sue ambizioni e delle sue passioni. Dopo le anticipazioni odierne, ecco il suo intervento integrale.

PALLINE DA TENNIS – Mi piace sin da bambino, ma non l’ho mai praticato. Però la passione mi è rimasta e quando posso lo seguo dal vivo perché mi piace. Ho incontrato dal vivo Roger Federer, il massimo esponente di quello sport. Vedere il tennis mi aiuta a rilassarmi e a non pensare al calcio, quindi una o due volte l’anno cerco di andare a vederlo. Sono molto amico di Marco Cecchinato, lo conobbi quando giocavo a Pescara. Abbiamo un bellissimo rapporto malgrado la distanza. Lui gira per il mondo ma c’è una bella amicizia, lui è sano e appassionato di calcio. Deve trovare il tempo di venire qui a Milano.

IL PENNELLO DA BARBA – Quasi un’ossessione per me, mi piace curarmi barba e capelli. Cerco sempre di andare un’ora a settimana dal barbiere.

IL FANTACALCIO – Non ho un buon rapporto, non mi piace ma vedo che lo fa tanta gente. Mi scrivono anche alcuni, però distoglie dalla realtà a volte. Tante volte mi scrivono tifosi della squadra dove gioco ma che mi hanno contro al Fanta, tocca un po’ la passione per una squadra. A me non piace, devo pensare a mille cose in partita, figuratevi il Fantacalcio… Ora però mi massacreranno i fantallenatori.

FIOCCO ROSA – Ho tre donne in casa, moglie e due figlie (Victoria e Carol). Sono belle sensazioni ma anche responsabilità, devi dare conto di ciò che fai e non fai a due bambine piccole alle quali devi dare i migliori insegnamenti per il futuro. Non è facile però è una cosa bella, è un mix di emozioni e devi tenere una linea giusta per la loro educazione. I nomi? Il primo l’ho scelto io, per la seconda ci siamo trovati mia moglie e io. Carol è bravissima, mangia e dorme, sembra quasi di non averla. Le emozioni di avere dei figli sono sempre uguali, è sempre una grande gioia.

LA NAZIONALE – Contro la Polonia segnai un gol per me atipico, di solito i corner li batto, non vado in mezzo. In quel momento ero nel posto giusto al momento giusto. Poi poco prima avevamo perso Davide Astori, uno che credeva molto in me e mi diceva sempre che sarei arrivato in Nazionale. Lo dedicai a lui e alla sua compagna. È stato un mix di gioia e dolore, era successo da poco ed è stato emozionante. Avevo un grande rapporto, lui era il capitano della Fiorentina quando sono arrivato. Era quel ragazzo che si metteva al tuo livello per aiutarti e darti consigli.

LA PRIMA MAGLIA DELL’INTER – Non ce l’ho nemmeno io a casa… Devo dire che questa maglietta è quella de mio inizio inteso come carriera; uscivo dal settore giovanile ed è stata la prima maglia in una prima squadra. Per me è molto importante e molto pesante da portare, l’hanno indossata grandi campioni che mi aiutarono molto in quel periodo perché non avevo la maturità che ho adesso. La maglia dell’Inter mio padre me l’ha messa addosso quando sono nato; in famiglia siamo tutti tifosi, quindi l’ho sempre indossata, da tifoso e da calciatore. Certo, indossarla ora che sono più maturo è molto bello. Poi in campo le emozioni si mettono da parte e si cerca di giocare da giocatore e non da tifoso. Anche se l’essere tifoso mi sta aiutando un po’.

VIDEO - VECINO ADDIO? PARLA L'AGENTE

Sezione: News / Data: Gio 16 gennaio 2020 alle 21:49
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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