In una lunga intervista a Repubblica.it, il noto cantante e tifoso dell'Inter Biagio Antonacci, parla del suo rapporto con la San Siro calcistica e dell'amore per la sua squadra del cuore: "Il primo ricordo di San Siro? Fine anni Sessanta o inizio Settanta. La data non la ricordo ma il momento sì ed è uno di quelli che non cancellerò mai. Partita dell'Inter, una mano a mio padre e una a mio zio Peppino. A quel tempo, a San Siro i bambini potevano entrare gratis se accompagnati da un familiare. Non era una regola, stava al buonsenso delle maschere ai cancelli. Lì, mia prima volta, andò bene, mi fecero passare. E la gioia fu così forte che subito dopo l'ingresso mi lasciai andare a una esultanza, l'esultanza di un bambino felice. Ma mio padre mi prese e mi sussurrò: "Biagio, no, ricordati sempre che quando qualcuno ti permette una cosa, ti dà un privilegio, conservalo in modo composto. Se no la volta dopo non te lo concedono più". Una delle tante lezioni dei miei genitori, passaggi dell'educazione che mi sono serviti per tutta la vita. Vinse l'Inter con un gol di Corso. Non ricordo l'avversario - continua Antonacci - ma un particolare sì: Mariolino, dopo il gol, venne sotto la tribuna e baciò la fede. 'Lo fa sempre', mi disse mio papà. Mi rimase impresso . Ci sono sempre tornato. Tante, tantissime volte. La più bella? Beh, semifinale di Champions League, con il Barcellona, l'anno del triplete. Partita pazzesca, lì ho capito che avremmo vinto la Coppa, non avevo più dubbi. Non c'entra nulla con San Siro, ma sono poi andato anche alla finale di Madrid. E ho provato la gioia più grande di sempre. Tutti in festa, partono le canzoni, due sole le italiane. La prima di Ligabue e la seconda mia, "Liberatemi". Non ce la facevo più - conclude Antonacci -, stavo per esplodere".

Sezione: News / Data: Ven 30 maggio 2014 alle 03:30 / Fonte: Repubblica.it
Autore: Alessandro Storino / Twitter: @lostor83
vedi letture
Print