"Io ct dell'Argentina? Mi ci è voluto molto per posizionarmi in un club al quale stiamo cambiando la storia in questi sette anni e mezzo e sembra che nessuno lo veda". Ai microfoni de La Nacion, Diego Pablo Simeone, tecnico dell'Atletico Madrid, rivendica il lavoro enorme fatto da quando siede sulla panchina dei Colchoneros, club che con lui alla guida è diventato una realtà del calcio europeo con una costanza mai vista prima. 
"Per cambiare la storia di un club devi vincere, lo so bene - aggiunge -. Perché se no non cambi nulla. In questi sette anni e mezzo abbiamo vinto sette titoli e abbiamo perso tre finali, due delle quali di Champions, e una Supercoppa di Spagna contro il Barcellona. L'Atletico Madrid sta iniziando a posizionarsi in quei posti che occupano Liverpool, Inter, Juventus... E, tuttavia, in quel gruppo di squadre occupiamo il 15esimo posto per budget. Alcuni hanno altri numeri".

In tutti questi anni, al Cholo è stata appicciata sulla schiena l'etichetta di difensivista: "Quando sono arrivato, l'Atleti era una squadra rocciosa per la sua essenza e le caratteristiche di Raúl García, "Cebolla" Rodríguez, Gabi, Miranda e Godín; ho cercato di esaltarne le virtù. Crescevano tutti ed erano straordinariamente importanti nel club. Oggi, dalla crescita economica del club, abbiamo iniziato a guardare giocatori con altre caratteristiche. Ma è sempre più facile ridurre tutto a 'Simeone è un allenatore difensivista". 

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Sezione: News / Data: Mar 25 giugno 2019 alle 19:34
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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