I suoi gol, mercoledì sera, hanno regalato la finale del campionato Primavera all’Inter. Un’Inter che non molla mai, proprio come lui, Samuele Longo, ultimo talento sfornato dalla fucina creata da Ernesto Paolillo, Roberto Samaden e Pierluigi Casiraghi. L’ultimo prodotto di una Primavera dorata, un prospetto che si rivelerà importante anche per l’Inter del futuro, proprio come lo è ora per Daniele Bernazzani (oltre che per la Nazionale Under 19 di Gigi Di Biagio) e per un’Inter che, dopo la vittoria nella Next Generation Series con Andrea Stramaccioni, rincorre lo scudetto per poter portare a casa un incredibile double.

Samuele, 20 anni, classe 1992 da Valdobbiadene, è un calciatore molto duttile, coltivato ottimamente proprio da Strama. Impiegabile in ogni posizione dell’attacco, rende benissimo sia sull’esterno, dove sfrutta la sua velocità, il suo spunto e il suo fisico per creare superiorità numerica, sia al centro dell’attacco, bravo nel partecipare alla manovra offensiva insieme alla squadra e infilarsi tra le maglie avversarie. Un po’ com’è accaduto in occasione del primo gol al Milan, quello che ha riequilibrato il punteggio, dopo il vantaggio rossonero di Comi. Gigi Casiraghi spiega così la scelta di Bernazzani di schierarlo al centro dell’attacco, al posto dello squalificato Marko Livaja: “Il mister ha detto: infiliamolo nel centro della difesa del Milan, mettiamo lui a fare la guerra lì davanti. Sarà più vicino alla porta e qualcosa farà”.

E Samuele lo ha ripagato non solo con il gol del pareggio, ma con altri due gol, ciascuno dei quali è una dedica speciale: “Il più bello credo sia il primo. Bessa mi verticalizza un pallone: spalle alla porta mi giro facendo un movimento che non mi riusciva da tempo e spiazzo il portiere. Sui due cross di Romanò ho scaricato la rabbia che avevo dentro. Li dedico a fidanzata, papà e a Di Gennaro, il nostro portiere infortunato. Segno solo gol importanti? È vero ma è così fin da ragazzino: nelle partite dure aumenta la rabbia dentro”. Sabato c’è la Lazio, squadra contro la quale esordì in Serie A il 13 maggio scorso: “In Lazio-Inter entrai al posto di Poli sul 2-1 per i biancocelesti. Ma li ritrovo in finale scudetto, sarà tutto diverso”.

L’amicizia con Mattia Destro. I loro percorsi potrebbero incrociarsi sull’asse Genova-Milano: “Ci sentiamo, siamo stati un anno insieme in Primavera: lui giocava e io... restavo seduto. Gli ho visto fare numeri eccezionali, la carriera parla per lui”. Una carriera che Samuele cercherà di seguire. Le doti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. Ora tocca a lui farle fruttare. Il futuro è tutto dalla sua parte.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 08 giugno 2012 alle 10:30
Autore: Alberto Casavecchia
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