Nel giorno della presentazione del nuovo logo da parte dell'Inter, Marco Materazzi ne parla così durante una diretta sul canale Instagram di GQ Italia: "E' molto innovativo, va verso i ragazzi, verso chi deve far sì che l'Inter diventi più grande - dice Matrix -. Noi siamo vecchi passionali, questo si avvicina al mondo attuale. Dobbiamo essere bravi noi a scrivere la storia, come stanno facendo i ragazzi e le ragazze della prima squadra; sta crescendo tutto l'ambiente Inter da 7-8 anni. Ci sono stati una rifondazione e tanti cambi societari"
Corsa scudetto.
"Abbiamo una posizione invidiabile, in tanti vorrebbero essere al nostro posto. Il destino dipende solo da noi, fortunatamente o sfortunatamente non ci sono le coppe ma ci sono partite toste. Con il Covid non sai mai chi ci sarà la domenica. mi auguro non ci siano problemi".
Hai scritto tante delle pagine più belle della storia nerazzurra.
"Mi mancano la Coppa Uefa e la Supercoppa europea che, ahimè, abbiamo perso a Montecarlo, ma quelle più importanti le ho. Non ci siamo fatti mancare niente".
Come ti sembre lo slogan?
"E' molto intuitivo, questo è lo spirito che si vuole dare alla squadra numero uno di Milano. Così veniamo soprannominati all'estero: Inter Milano; tanto rispetto per il Milan che ha fatto tanto in Europa, però quando vai fuori dall'Italia Milano è l'Inter".
C'era bisogno di questo rebranding?
"Da che mondo è mondo, l'inglese è la lingua universale: la direzione della società è questa, come per lo slogan 'not for everyone'. E' una strada che percorriamo da tempo, non è una strategia tanto per, che può dare visibilità mondiale al club".
Il nuovo logo lo capiscono anche i bambini, ma sembra anche un elmo.
"Da gladiatore, dai. Fa un po' da noi interisti, abbiamo sofferto tanto. Quando si va in campo, si entra in questa arena che è San Siro: lo stadio ti trasmette la forza di gladiatore che ti permette di vincere le partite".
Quanto mancano i tifosi?
"Bisogna fare un plauso ai giocatori di oggi, io probabilmente avrei smesso perché non avrei potuto giocare senza tifosi. C'è da avere tanta forza mentale, mi è capitato di giocare a porte chiuse ed è veramente difficile concentrarsi. Il pubblico, a certi livelli, fa la differenza. La pressione la sentono gli avversari in casa, hai 80mila persone dalla tua parte. La pressione la senti quando vai al Bernabeu, al Camp Nou, è difficile uscire indenni da certi stadi. Quando giocavo nel Perugia, mi veniva già l'affanno quando salivo i 65 gradini. Ho vissuto da entrambe le parti, da vittima sacrificale e da eroe a San Siro".
Prima della pandemia, lo stadio era sempre pieno.
"Vanno fatti i complimenti alla squadra dietro le quinte che è quella che ha portato avanti la storia del logo, che ha riempito lo stadio con diverse promozioni. Quando giocavo io, ed eravamo fortissimi, il Meazza non era sempre pieno".
Quando sei diventato tifoso interista?
"Non ero tifoso simpatizzante da piccolo, tifavo le squadra che allenava mio padre. Una volta arrivato all'Inter, ci sono stati diversi segnali: l'esordio in Serie A l'ho fatto contro l'Inter, a cui ho segnato il mio primo gol. Io firmai a gennaio per i nerazzurri, scegliendo tra 3-4 club. Mi sono sentito interista non appena ho indossato questi colori".
I valori che rendono grande l'Inter.
"Io l'ho vissuto sulla mia pelle, siamo una famiglia, forse ora più allargata e al passo coi tempi. L'Inter resterà sempre la mia famiglia, il cui papà è Moratti. Ora c'è Steven che ha deciso di essere dentro la città di Milano, cosa che non è successa per altre proprietà mondiali: è una cosa che ci deve far sperare. Vedo un segno di continuità, proprio Moratti è stato vicino a Steven indottrinandolo. C'è un filo conduttore che fa continuare la storia della Beneamata".
L'Inter quando ti prende non ti lascia più
"Al di là del logo, è importante tramandare la storia ai bambini. Jordan ha smesso da tanti anni, ma ha cambiato lo sport e ancora oggi se ne parla. Il logo può anche cambiare, l'importante è che rimanga il nome dell'Inter".
Un in bocca al lupo alla squadra per il rush finale.
"Continuate a fare quello che state facendo, va benissimo così: non cambiate niente. Spingete forte, diepnde tutto da noi. Forza Inter, sempre".
VIDEO - AMARCORD BOLOGNA-INTER - IL GOL PIU' BELLO AI ROSSOBLU? E' QUESTO
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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