Difficile commentare la sconfitta di ieri dell'Inter al Massimino. Si potrebbe semplicemente rendere merito al Catania, autore di una prestazione maiuscola che ha fruttato una vittoria meritata, proprio nelle fasi più calde del match, quando il fantasma della sconfitta stava prendendo forma. Ma in realtà sul risultato finale ha pesato molto la serata storta della capolista, che al termine di questo turno di campionato manterrà ancora il primato, ma rischia seriamente di lasciare aperta una porta, anzi un portone, alle inseguitrici nella corsa al titolo. Ieri l'Inter ha giocato al piccolo trotto per tutto il primo tempo: gambe molli, poche percussioni e troppi passaggi orizzontali, complice la muraglia davanti alla propria area di rigore messa su da Mihajlovic. Concludere solo dalla distanza è un'inevitabile conseguenza. In difesa, poi, per due volte Ricchiuti si è trovato solo nel cuore dell'area nerazzurra e solo due recuperi prodigiosi (Julio Cesar prima, Lucio poi) hanno impedito al Catania di chiudere in vantaggio il primo tempo.

Nella ripresa, poi, Mourinho ha cambiato assetto, inserendo Quaresma al posto di un Mariga che non aveva di certo demeritato. Forse avrebbe avuto più senso, con il senno di poi, dare riposo a Stankovic, poco presente a centrocampo. Quaresma ha dato più imprevedibilità all'attacco, ma nonostante il vantaggio di Milito la sua presenza ha tolto equilibrio alla mediana interista. Non è un caso se i nerazzurri, in occasione del pareggio di Lopez, si siano fatti trovare disorganizzati su una ripartenza etnea. Ma l'errore più grave, dalla gabbietta del Massimino in cui era relegato, Mou lo ha commesso togliendo Cambiasso e proponendo Muntari. L'esperienza della scorsa stagione al ghanese non è evidentemente bastata (espulso dopo mezz'ora di gioco per un fallo a centrocampo): neanche 10 secondi e per un fallaccio su Martinez arriva il primo giallo. Poi, sulla conseguente punizione, fallo di mano in area, rigore , secondo giallo ed espulsione. Questo è il momento che riassume Catania-Inter: Mascara firma il 2-1 e la partita, in pratica, finisce qui, prima ancora del terzo centro in contropiede di Martinez. Stavolta Mourinho ha perso la sfida tattica con l'avversario, nella fattispecia Mihajlovic, bravissimo a mantenere la sua squadra corta e abile a sfruttare le lacune nerazzurre, evidentissime al Massimino. La sterzata strategica (Quaresma) dello Special One sembrava potesse fruttare i tre punti, ma la seconda mossa (Muntari) è stata deleteria ed è costata la terza sconfitta in campionato. Un k.o. che avrà una valenza positiva solo se servirà da scossone in vista della trasferta di Londra contro il Chelsea.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 13 marzo 2010 alle 09:45
Autore: Fabio Costantino
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