La doppia dimensione di Mateo. No, non è il titolo di un libro. E' semplicemente il momento, l'icona calcistica di Mateo Kovacic. Un talento, assoluto. Questo è fuori di dubbio. Non si possono criticare le qualità di un ragazzo classe 1994 che ha già disputato gare in Champions League ed Europa League con la personalità del vero calciatore. Che per il giovane croato non sia un momento semplice, si capisce da lontano. Cerca la posizione migliore in campo, spesso non la trova. C'è da lavorare, e Mazzarri lo sa bene. 

"In questo momento, fisicamente Alvarez mi dà più fisicità da mezz'ala. E' un ruolo importante". Così Walter Mazzarri ha spiegato il cambio tecnico tra Kovacic e l'argentino, un cambio più che giustificato. Alvarez sta bene, può giocare e bene in quella posizione di campo. Il numero 10, che forse ora pesa anche un po', invece fatica a trovare la sua vera dimensione. Oscilla, tra l'attacco e la mediana. Ha fatto la mezz'ala, ora fa da supporto a Palacio. Un regista? Chissà. Anzi, sicuramente. Perché Mateo è bravo ad impostare la manovra e soprattutto quando gioca di fronte alla porta diventa letale. Ha visione di gioco come pochi, forse nessuno nella rosa dell'Inter. Un gioiello da crescere, coccolare e non mollare. Proprio come sta facendo lui, giovane ma intelligente e in grado di capire che questa in nerazzurro è l'occasione della vita. Basta solo trovare la giusta dimensione. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 31 ottobre 2013 alle 00:55
Autore: Riccardo Gatto / Twitter: @RiccardoGatto1
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