Il risultato non conta, però se è positivo aiuta nella costruzione di un’autostima andata in frantumi dopo un nono posto in campionato. Nel match della notte appena trascorsa, ora italiana, l’Inter versione Mazzarri ha assaporato il sapore amaro della prima sconfitta, anche se preventivabile. Di fronte c’era un Chelsea più avanti nella preparazione e con un allenatore che conosce bene questo genere di sfide e, pur essendo ‘nuovo’ sulla panchina dei Blues, è praticamente come se fosse tornato a casa. Insomma, le legittime attenuanti non mancano e se è vero che il risultato in questo genere di impegni non conta di certo ha un valore superiore il modo in cui la squadra li affronta. Contro il Chelsea l’Inter ha tutto sommato disputato una partita sufficiente, almeno fino a quando è rimasta in parità numerica. Ha provato a costruire, ha allargato spesso il gioco e ha cercato di rimanere compatta, tenendo vicini i reparti. Però al di là delle intenzioni sul campo qualche difetto ancora si scorge.
SI REGGE IN TRE E IN DUE - La difesa, per esempio, non ha particolari responsabilità sui gol. Il primo nasce da una palla persa a centrocampo e dal mancato ‘tamponamento’ sull’incursione di Moses, che ha apparecchiato la tavola per la magia di Oscar. Gol da fuoriclasse, però nasce da un ardimentoso tre contro tre che Mazzarri non vorrebbe mai vedere. Il raddoppio è uno scivolone arbitrale che nasce da un’azione a difesa schierata. Nulla da imputare dunque ai calciatori nerazzurri. Ad ogni modo il terzetto difensivo ha lavorato bene e anche dopo l’espulsione di Campagnaro, fino a quel momento uno dei migliori, Ranocchia e Juan Jesus si sono disimpegnati con sicurezza impedendo al Chelsea di costruire altri pericoli (escluso il palo, nato da un rimpallo fortuito, di Lukaku).
SE NON SI TAMPONA… - I veri problemi però sono in mediana. Cambiasso non è ancora in grandi condizioni, Guarin inizia bene ma poi cala alla distanza. Poi c’è Alvarez, cui Mazzarri sta disegnando un ruolo da mezzala che però, dopo la seconda uscita di un certo livello, non sembra nelle sue corde. In fase di possesso palla l’argentino si destreggia abbastanza piacevolmente, peccato che non sia abbastanza rapido per verticalizzare subito. Ma è quando bisogna coprire che nascono i problemi: basta un lancio lungo e il centrocampo viene scavalcato, non c’è sufficiente copertura anche perché il solo Cambiasso, ancora in ritardo di condizione, non può essere abbandonato al suo destino. Inevitabile che si palesi il limite del reparto: senza Kovacic, che ha la rapidità e la capacità di andare a recuperare il pallone, l’Inter soffre e si trova spesso e mal volentieri in situazioni di disagio quando gli avversari salgono. Non è un caso che Mazzarri voglia tutelarsi con un nuovo innesto che sappia unire la fase difensiva a quella offensiva con naturalezza.
PENALIZZATO ANCHE L’ATTACCO - Dal centrocampo nascono anche le difficoltà offensive della squadra nerazzurra. Chiaro che Mourinho sia un maniaco della cura difensiva, ma francamente al di là di qualche sporadica iniziativa l’Inter ha costruito poco in avanti, complice un Icardi abbandonato a sé stesso e un Palacio costretto ad andare a prendere il pallone molto lontano dalla porta, perdendola così di vista. In questo modo, senza inserimenti concreti dei volanti, è difficile creare problemi a una difesa schierata. Non è un caso se i Blues abbiano patito poco, sempre fino all’espulsione di Campagnaro che ha alterato definitivamente gli equilibri in campo. Il concetto è lo stesso: va bene inserire in rosa un altro esterno, ma è a centrocampo che servirebbe maggiore qualità e soprattutto freschezza. La dirigenza avrà preso nota ulteriormente, altrimenti a che servirebbero questi impegni internazionali?
I CANDIDATI ABBONDANO - A lungo si è parlato del famoso schermo davanti alla difesa. Cambiasso finora è stato coinvolto in questo ruolo, ma non gli si può chiedere il 100% per tutta la stagione. Anche perché richiede grande corsa oltre a intelligenza tattica, di cui il Cuchu abbonda. Dei nomi accostati all’Inter in sede di mercato, non a caso tutti sono molto bravi nella fase di copertura, qualcuno anche nell’impostazione. L’ideale sarebbe Luiz Gustavo, che questo ruolo ormai lo ha assimilato alla perfezione durante l’esperienza bavarese. Ma anche Nainggolan (più di Taider) ha nelle corde le qualità per svolgerlo. Infine, ci sarebbe Wellington, che pur non essendo un abile costruttore di gioco è quasi insuperabile quando si tratta di chiudere i varchi agli avversari. Tutti giocatori interessanti, dunque, profili che Mazzarri non ha in rosa (l’unico mediano classico è Mudingayi, ma non può essere considerato un titolare inamovibile) e che l’amichevole con il Chelsea ha confermato possano essere necessari. Anche perché queste partite, al di là dei risultati, non offrono indicazioni solo all’allenatore.
Autore: Redazione FcInterNews / Twitter: @FcInterNewsIt
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