Una cortina di fumo per spostare l'attenzione dal proprio fallimento. Potrebbe essere sintetizzata così la mossa del Real Madrid, e nello specifico del gran capo Florentino Perez, di denunciare l'Inter alla FIFA per aver violato la regola che vieta a un club di contattare un calciatore sotto contratto con un altro.
Oggetto del contendere, ovviamente Luka Modric il quale, presentatosi a Valdebebas dopo le vacanze post Mondiale, ha chiesto di essere liberato in virtù di una promessa che lo stesso Perez gli aveva fatto prima di alzare la terza Champions consecutiva. Una promessa che il croato, desideroso di raggiungere i tre connazionali all'Inter, ha riportato in auge anche attraverso i propri agenti e su cui si fondavano le speranze nerazzurre di poterlo accogliere.
Da quanto emerso a giochi fatti, l'Inter non ha mai contattato il Real Madrid per iniziare una trattativa semplicemente perché il quadro prospettato avrebbe dovuto consegnarle un Modric svincolato. Solo su queste basi si sarebbe potuto realizzare questo sogno, inizialmente non previsto in Corso Vittorio Emanuele ma nato su imbeccata dell'entourage del numero 10 merengue.
Tutto, dunque, ha origine da quella promessa che don Florentino si sarebbe rimangiato, reduce dai dolorosi addii di Zinedine Zidane e Cristiano Ronaldo, entrambi consapevoli della fine di un ciclo. Idea evidentemente condivisa anche da Modric, ma non dal suo datore di lavoro. Il quale, voltando lo sguardo all'evidenza, non solo ha negato quanto pattuito al giocatore, ma dopo aver insabbiato per giorni una scomoda vicenda tramite giornali vicini (AS e Marca hanno chiuso il caso ipotizzando un rinnovo del 33enne di Zara), è passato al contrattacco denunciando la società nerazzurra alla FIFA.
Una mossa poco elegante di certo per un club storico come il Real Madrid. Ma soprattutto ipocrita, per due semplici ragioni: contattare un giocatore è prassi ormai condivisa prima di iniziare una trattativa (spiace, ma è da sempre il punto di partenza); la Casa Blanca è tra i principali club ad attuare questa violazione del regolamento FIFA. Senza andare troppo a ritroso, si vada a chiedere come sono andate le cose a Londra dove Thibaut Courtois ed Eden Hazard del Chelsea sono stati sedotti dai Blancos pur essendo sotto contratto con i Blues. Il portiere alla fine, a un anno dalla scadenza, è stato ceduto alle merengues mentre l'attaccante, pur manifestando a più riprese la propria scelta di trasferirsi, è rimasto a Stamford Bridge. Di certo, qualcuno deve averli contattati prima di parlarne con il loro club, no? Oppure si pensi allo stesso Modric, strappato al Tottenham 5 anni fa con lo stesso metodo: contatto col giocatore, disponibilità da parte sua e tentativo di rottura con la propria società per ottenere la cessione. Altri casi? Gli allenatori: l'auto di Perez che aspettava José Mourinho al Bernabeu dopo la vittoria della Champions League con l'Inter il 22 maggio 2010; il pressing su Mauricio Pochettino sottolineato con un certo fastidio dal Tottenham; l'ingaggio di Julen Lopetegui quando lo stesso era ancora Ct della Spagna con conseguente licenziamento alla vigilia dell'esordio Mondiale. In tutti questi episodi, si tratta di tecnici sempre sotto contratto con altri club.
Casi come questi ce ne sarebbero a iosa, molti conducenti alla condotta del Real Madrid che più volte ha violato la regola che oggi rivolge contro l'Inter. Una denuncia che trasuda di sconfitta, e il goffo e fastidioso appoggio di Javier Tebas lo conferma. Il capo della Liga, invece di accusare altri club stranieri di trucchetti, rispondesse delle multe e dei blocchi del mercato imposti dalla FIFA a quelli spagnoli. Ma al di là della retorica dovrà realmente rispondere alla lettera degli avvocati che arriverà da Milano.
Tanta, troppa ipocrisia da parte di chi, come il Real Madrid e nello specifico Florentino Perez, si è scoperto improvvisamente privo d'appeal quando, dall'alto della propria presunzione, si è sempre ritenuto meta da sogno per tutti. È ancora così per la maggior parte dei calciatori, il fascino del Bernabeu è intramontabile, ma oggi più che mai si vuole fuggire dalla Casa Blanca. E imprigionare un giocatore senza motivazioni rimangiandosi una promessa, distribuendo accuse senza senso e da un pulpito scomodo, il tutto per non perdere la poltrona di presidente (assegnata dai soci, va ricordato), non fa che alimentare l'insicurezza che aleggia tra le mura madridiste, non più solide come si credeva.
Paradossalmente, da questa querelle legale e di mercato, pur senza godere delle prestazioni di Modric l'Inter ne esce rinforzata a livello di immagine internazionale. Perché si è riscoperta più affascinante del Real agli occhi di un Pallone d'oro Mondiale.
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Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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