"Mancheranno Samuel, Chivu e Zanetti, per cui ho deciso di portare con me Ibra". Ibra, però, non è Zlatan Ibrahimovic, e quindi non pensate ad un ritorno che avrebbe il sapore del fantascientifico. Ibra è, più semplicemente, un ragazzo del 1994, proveniente dal Senegal, che dopo essersi messo in luce con la Primavera proprio agli ordini di Stramaccioni quest'oggi ha ricevuto la notizia della convocazione in prima squadra per il match di domani pomeriggio contro il Cesena. Ibra è, semplicemente, Ibrahima M'Baye, il difensore che dalla squadra di Bernazzani, complice anche la pausa dei giovani in vista della Final Eight scudetto, torna alla corte del tecnico di San Giovanni, ma questa volta per respirare, magari anche solo per un attimo, l'aria del calcio che conta.

Ma chi è Ibrahima, anzi, Ibra M'Baye? Di lui possiamo dire che lo manda... José Mourinho. Già, perché fu proprio l'ex allenatore dell'Inter a vedere per la prima volta le qualità del giovane senegalese e a segnalarlo a Roberto Samaden, che lo invitò a Milano per un provino dal quale cominciò la sua avventura in nerazzurro: tutto molto semplicemente, come ha ricordato lui stesso qualche tempo fa ospite di Inter Channel, dove ha spiegato che le difficoltà per lui ci sono comunque state, eccome, specie nell'adattarsi, lui così giovane, alla nuova realtà europea, non solo nel campo ma nella vita. Alla fine, comunque, Ibra si è fatto valere, al punto da arrivare alla massima selezione giovanile nerazzurra, lui che deve ancora compiere 18 anni (li farà a novembre).

Stramaccioni lo impiega preferibilmente sulla corsia di sinistra, ma, ipse dixit, lo ritiene un difensore "completo ed eclettico, con caratteristiche atletiche e di forza". E soprattutto, ha un'abilità innata nell'inserimento e nel colpo di testa. La dimostrazione di queste doti M'Baye l'ha data due volte, in entrambi i casi in circostanze importantissime: la prima nel quarto di finale di Next Generation Series contro lo Sporting Lisbona, quando, in quel di Leiria, Ibra sbuca alle spalle di tutti e infila il portiere dei Leoes di Sa Pinto, ora, come Stramaccioni, allenatore della prima squadra biancoverde trovando il gol che proiettò l'Inter alle Final Four poi vinte a Londra; la seconda nel derby Primavera di ritorno, quando, sempre di testa su assist di Bessa, sbloccò il risultato indirizzando la stracittadina in favore dei nerazzurri. Tutti, poi, ricordiamo la sua espulsione nel corso della finale con l'Ajax, frutto di un fallo fatto nato da un fallo subito, e le sue lacrime di gioia miste a liberazione dopo la vittoria finale, che commossero anche Massimo Moratti. "Ero davvero molto triste, pensavo di aver buttato al vento sei mesi di lavoro, mio, ma anche quello dei miei compagni, L'importante è aver vinto, quindi devo molto a tutti loro. Sono stati veramente bravissimi", ha dichiarato pochi giorni dopo.

M'Baye domani forse andrà in panchina, probabilmente andrà in tribuna, ma la decisione di Stramaccioni di contare su di lui, ragazzo senegalese umile e timido, benvoluto da tutti i suoi compagni della Primavera (con il portiere Di Gennaro che recita il ruolo di severo 'insegnante' di italiano), per colmare lo spot lasciato libero da colossi come Chivu e Samuel è  comunque un ulteriore segnale della bontà e delle qualità di questo ragazzo. Che, a novembre, festeggerà i 18 anni nel modo migliore: legando il suo futuro a doppio nodo a quello dell'Inter grazie al nuovo contratto.

 

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 28 aprile 2012 alle 19:05
Autore: Christian Liotta
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