Il primo acquisto dell'Inter per il mercato di gennaio risponde al nome di Tommaso Rocchi. Non certo un nome di primissimo piano, ma nemmeno un'operazione insensata. Anzi, dettata non solo dalle richieste di Andrea Stramaccioni, ma anche e soprattutto da una precisa politica societaria. Politica dovuta anche a questioni di bilancio, e non sono solo frasi fatte, perché ora, a sostegno delle manovre della dirigenza nerazzurra, arrivano anche i numeri. Numeri che in questo caso corrispondono al bilancio d'esercizio della società F.C. Internazionale Milano per la stagione 2011-2012, che presentano uno scenario ancora difficile sul piano economico, anche se alcuni numeri registrati danno un'idea dei tentativi messi in atto per invertire la tendenza. Il club di Corso Vittorio Emanuele ha infatti fatto registrare nell'ultima stagione sportiva una perdita di poco oltre i 77 milioni di euro (77.147.296, la cifra esatta), un passivo dovuto, come affermato dal presidente Moratti, in primo luogo all'ammontare ancora troppo elevato dei costi di produzione, nonostante si sia verificata una riduzione degli stessi di € 34 milioni, rispetto al 2010/11. Questo è quanto emerge dall'analisi condotta per Sporteconomy.it dall'esperto in bilanci sportivi Luca Marotta.
Anche per il 2012-2013, comunque, continuerà la politica gestionale caratterizzata dall’attenzione e dalla riduzione dei costi di produzione. L'obiettivo è ottenre una riduzione dei salari per circa 40 milioni di euro, mentre sul fronte ammortamento diritti pluriennali delle prestazioni calciatori la quota rimarrà invariata a circa € 60 milioni, frutto delle importanti spese dell'ultima sessione estiva di mercato con gli ingaggi tra gli altri di Samir Handanovic, Alvaro Pereira e il riscatto di Fredy Guarin. L’aumento dei ricavi è ritenuto “indispensabile” dal presidente Moratti per il riequilibrio definitivo dei costi. Il livello dei costi di produzione delineato per il 2012/13 risulta incomprimibile per il mantenimento della prima squadra a livelli di assoluto valore internazionale, pertanto, come detto, diventa fondamentale l’aumento dei ricavi commerciali, che comprende voci importantissime come i ricavi da partecipazione alla Champions League, dei diritti televisivi, dei ricavi da sponsorizzazione e dei ricavi da biglietteria.
Tra gli altri punti salienti dell'analisi, che fanno percepire l'idea di una situazione ancora piuttosto complessa, si nota come il Patrimonio Netto è negativo per € 21.3 milioni, rispetto ai meno 24.2 milioni della stagione 2010-2011. Essendo negativo non è conforme a quanto stabilito dal Regolamento sul Fair Play Finanziario. Il patrimonio netto al 30 giugno 2012 risulta composto da un capitale sociale pari ad € 40.820.763 (€ 42.439.114 nel 2010/11), da riserve per € 15.000.000 (30 milioni nel 2010/11), e dalla perdita dell’esercizio. Nella parte straordinaria dell’assemblea è stato posto all’ordine del giorno un aumento di capitale sociale per 35 milioni di euro. Capitolo debiti e crediti: i debiti verso le banche ammontano a € 87.650.213 (€ 68.889.091 nel 2010/11) con un aumento del 27,23%, mentre i debiti verso altri finanziatori ammontano a € 24.929.310 (€ 8.830.539 nel 2010/11), di cui, si legge, "24,8 milioni riguardano un mutuo concesso dall’Istituto del Credito Sportivo a garanzia del quale c’è stata la cessione pro solvendo del credito vantato verso lo sponsor Pirelli S.p.A. (2012/13 e 2013/14) e una lettera di patronage da parte della controllante Internazionale Holding Srl". Le disponibilità liquide sono pari a poco più di 213mila euro, mentre nell’esercizio precedente erano pari a € 126.098.
I crediti verso società calcistiche ammontano a 98,7 milioni. Gli importi maggiori riguardano: il Genoa per 42,6 milioni; il Parma per 7.8 milioni; il Napoli per 7.5 milioni; il Cesena per 7,5 milioni; il Paris Saint Germain per 6,5 milioni; il Palermo per € 6,3 milioni e l'Anzhi Makachkala per 6 milioni. I crediti per compartecipazioni ammontano invece a 16 milioni. I debiti verso società calcistiche ammontano a 124.3 milioni. Gli importi maggiori riguardano il Genoa per 61.8 milioni, il Cesena per 12.7 milioni, il Parma per 11.7 milioni e il Porto per 11 milioni. I debiti da compartecipazione ammontano a 10.8 milioni.
Da registrare anche l'aumento del valore della rosa nerazzurra, che ammonta a 148.587.795 milioni e risulta aumentato del 3.92%. La variazione è dovuta ad investimenti per € 102 milioni, cessioni con un valore contabile netto di 43.8 milioni ed ammortamenti per 52.6 milioni. Come già detto i crediti per i giocatori dati in comproprietà ammontano a16 milioni e i relativi debiti per i calciatori ricevuti in comproprietà sono pari a € 10,8 milioni. Pertanto, si può stimare il valore della rosa al 30 giugno 2012 per 153.8 milioni. Tra i calciatori con valore contabile residuo più elevato spiccano: Giampaolo Pazzini per € 13.062.500 (costo storico: € 19 milioni); Diego Milito per € 12.240.000 (costo storico: € 30.6 milioni); Fredy Guarin per € 11.750.000 (acquistato il 27/06/12 e non ammortizzato); Rodrigo Palacio per € 10.825.000 (acquistato il 06/06/12 e non ammortizzato); Ricardo Alvarez per € 9.212.000 (costo storico: € 11,5 milioni); Wesley Sneijder per € 8.452.174 (costo storico: € 18 milioni); Nagatomo per € 8.212.500 (costo storico: € 10,8 milioni).
I ricavi ammontano a 235.686.916 milioni di euro, con un decremento del 12.33% rispetto alla stagione 2010-2011. Tale diminuzione è dovuta, come ovvio, ai minori ricavi da gare, scesi di 10.7 milioni, alle minori plusvalenze per 7.1 milioni, nei minori introiti per diritti TV da campionato per 5.6 milioni e nella riduzione dei ricavi da Champions League per 6.4 milioni. I diritti televisivi rappresentano la voce più importante, con 80.9 milioni e un'incidenza del 34.3%. Al secondo posto ci sono le plusvalenze, pari a 44.4 milioni. Terzo posto per i proventi televisivi da competizioni UEFA pari a 31.6 milioni, con un’incidenza del 13,4% ed una riduzione di 6,4 milioni. Un dato che nel 2012/13 verrà meno, perché sarà sostituito dai proventi da Europa League, che notoriamente sono di molto inferiori. I ricavi da gare, comprese le quote degli Inter club diminuiscono da 33.9 a 23.2 milioni di euro. Gli abbonamenti sono diminuiti da 14.6 a 12.3 milioni di euro, i ricavi da Coppe Internazionali sono diminuiti da 6.8 a 2.6 milioni di euro e anche gli incassi da gare campionato diminuiscono da 8.3 a 6.5 milioni. I costi della produzione, infine, ammontano a 320.234.451 euro e risultano in diminuzione del 9.68%, quindi in misura inferiore al decremento dei ricavi. Il 51.6% di tali costi è rappresentato dal costo del personale e il 19% dagli ammortamenti.
Da questi dati si capisce, come detto, che la situazione in casa Inter sul piano economico è ancora difficile, ed è ancora presto per poter parlare di investimenti di grosso calibro. La situazione potrebbe mutare con l'arrivo dei soci cinesi, ma per il momento la linea adottata è quella degli investimenti intelligenti e a basso impatto economico. E prima di investire, occore comunque incassare. La dirigenza intanto lavora per fare di necessità virtù (leggi proposta di nuovo contratto per Sneijder).
Autore: Redazione FcInterNews / Twitter: @FcInterNewsIt
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