I tifosi dell’Inter si sono accorti delle qualità di Achraf Hakimi a proprie spese, una notte di novembre. A Dortmund i nerazzurri erano passati in vantaggio contro il Borussia, per poi crollare sotto i colpi dei tarantolati ragazzi di Favre. Fra questi, il più scatenato di tutti era proprio il laterale scuola Real Madrid: quella sera, Hakimi segnerà una doppietta e confermerà al mondo la sua classe.
Quella gara non è stata un unicum: in stagione, il classe 1998 ha segnato altri sette gol, conditi da dieci assist: ha partecipato al 17% dei gol della sua squadra, arrivando a un passo dalla “doppia-doppia” realizzativa. A soli 22 anni, Hakimi è diventato uno dei laterali più intriganti d’Europa. Insieme a Trent Alexander Arnold, inamovibile dal Liverpool di Klopp, rappresenta il futuro del ruolo. E se l’esterno dei Reds non ha intenzione di muoversi dalla città dei Beatles, il percorso del giocatore marocchino è leggermente diverso: dopo due anni di prestito al Dortmund era pronto per tornare da Zidane per giocarsi una chance di entrare nelle rotazioni dei Galacticos.
Poi l’Inter e altre squadre (fra Bayern Monaco e Manchester City) hanno provato l’affondo e in queste ore sembra che Marotta e Ausilio siano riusciti a convincere uno dei più interessanti talenti della sua generazione a sposare il progetto tecnico di Conte, per una cifra congrua: 45 milioni più bonus e un quinquennale a 5 milioni (bonus compresi) al giocatore.
PRIMI PASSI - La prima stagione nei professionisti arriva nel 2017/18, come riserva di Carvajal nel Madrid che vincerà la sua ultima Champions League. Diciassette presenze e la convinzione di dover maturare prima di poter guadagnarsi un posto nell’undici titolare. Il Dortmund arriva al momento giusto e, nel laboratorio di Fauvre, esalta le sue caratteristiche: abilità atletiche importanti unite a un tocco palla raffinato che gli permettono di sprigionare la sua classe nei momenti topici della gara. Il Dortmund gioca un calcio veloce e verticale in cui gli esterni si trovano a sviluppare il gioco grazie a passaggi corti e sovrapposizioni a tutto campo. Hakimi dà sfogo a tutta la sua potenza offensiva sviluppando un bagaglio di skills che lo renderanno ricercato dalle più forti squadre in Europa. È fra i giocatori più veloci della Bundes (con picchi di 35 km/h) e il suo modo di giocare, fisico e a testa alta, è una rara combinazione di classe e potenza. Un enzima in grado di sprigionare tutto il potenziale offensivo della squadra, finalizzando la manovra o assistendola negli sviluppi.
Certo, a 22 anni Hakimi non si può considerare un giocatore completo. Nonostante la Champions League vinta, il Mondiale del 2018 giocato con il Marocco e la crescita esponenziale a Dortmund, c’è molto da aggiungere al suo percorso. In primis, una fase difensiva che in alcuni momenti si è dimostrata ballerina: basti pensare al ritorno degli ottavi di Champions League di questa stagione, quando Hakimi si perde il taglio di Neymar che colpisce di testa e dà il via alla rimonta del Paris Saint-Germain, pochi giorni prima che il lockdown mondiale bloccasse il calcio europeo. È legittimo pensare che a 22 anni Hakimi non abbia ancora sviluppato appieno la capacità di letture e di piccoli gesti che ti fanno trovare al posto giusto nel momento giusto, quando devi interrompere un’azione avversaria. Per questo sarà importante il prossimo step della crescita, sotto Antonio Conte.
ALL’INTER - Le voci dicono che sia stato proprio il tecnico interista uno dei suoi più grandi sponsor, folgorato dalla prestazione in Champions League. In realtà Hakimi era nei radar interisti da oltre due anni, come molti dei talenti più interessanti d’Europa. L’affondo decisivo grazie ad una serie di concause favorevoli: il bisogno del Real Madrid di denaro fresco, la preferenza di Zidane per Daniel Carvajal in quel ruolo e la cessione di Mauro Icardi al Paris Saint-German che ha portato in quel di Appiano denaro da investire per rinforzare uno dei ruoli nevralgici per il gioco di Conte.
Le prime partite dopo la sosta forzata hanno reso evidente quanto la rosa di Conte abbia bisogno di un rinforzo massiccio (oltre che nella lunghezza del centrocampo) anche sulle fasce, per mettere quante più frecce possibili nella faretra nerazzurra. Dopo l’acquisto ingiudicabile di Valentino Lazaro e l’arrivo dell’usato sicuro di Ashley Young, c’era bisogno di un colpo importante che ponesse l’inizio di un nuovo ciclo. Quanto ci metterà Hakimi a prendersi una maglia da titolare? L’inizio della prossima stagione sarà particolare ma, al contrario di Christian Rriksen, l’esterno marocchino potrà fare la preparazione con i compagni e inserirsi perfettamente nei meccanismi di Conte.
Hakimi potrebbe portare quel vento di rivoluzione sulle fasce cui i dirigenti nerazzurri auspicano possa contribuire anche Georgeos Vagiannidis, un altro esterno in arrivo a parametro zero dalla Grecia. Le grandi manovre per l’Inter del futuro sono cominciate: in attesa di sapere cosa ne sarà di Sandro Tonali, Marotta e Ausilio stanno per chiudere uno degli affari più importanti della storia nerazzurra. A livello economico sicuramente, per l’impatto sul campo bisognerà attendere. Ma le premesse sembrano decisamente ottime.
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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