In ritiro con l'Argentina, con cui affronterà in amichevole gli Stati Uniti, il centrocampista nerazzurro Esteban Cambiasso ha rilasciato un'intervista al quotidiano argentino Olè. "Come sto vivendo il ritorno in nazionale con Batista? Essere qui mi dà tanta soddisfazione. Ormai è da molto che l'Argentina come nazionale non vince un trofeo e io sono entusiasta di far parte di questa squadra perchè possiamo rivincere qualcosa di importante. È da più 20 anni che non si vince però in realtà sono solo 5 tornei. È questione di come interpreti i numeri. Diciamo che è dal 1986 che non viciamo, il 1978 è stato l'inizio. Nel 1990 arrivammo solo in finale. Lionel Messi è senza dubbio il migliore. Lo dimostra ogni giorno. E avendo i migliori dobbiamo approfittarne... Ma sappiamo anche che il calcio è un gioco di squadra, di gruppo. Dobbiamo sviluppare un gioco che è congeniale a Leo altrimenti un solo giocatore non ci farà mai vincere. Questo non è mai successo. Né Diego Maradona, né Pelè o Cruyff o Di Stefano sono riusciti. Pelè è stato decisivo più di tanti altri, anche Maradona, ma anche lui aveva una squadra dietro. Altrimenti vincere sarebbe stato impossibile... Priorità alla Coppa America o alla Coppa del Mondo? L'Argentina deve pensare a vincere in ogni competizione perchè abbiamo una storia calcistica importante e i tifosi lo pretendono... Vincendo la Coppa America ne avremmo più dell'Uruguay e degli altri... Certo è che la Coppa del Mondo sarebbe una cosa straordinaria. Io quando ero piccolo ad esempio dicevo 'voglio giocare nella nazionale e vincere la Coppa del Mondo e non la Coppa America o la Champions League. Cosa penso di Batista? Lui, come Pekerman, la prima cosa che ha fatto è quella di avermi convocato. Con Pekerman è stato tutto naturale e ottimo. Con Bielsa c'era un progetto a breve termine e io ho fatto il mio debutto in nazionale maggiore, quindi non posso fare un'analisi approfondita. Prima di Checo Batista sono rimasto a detta di molte persone fuori ingiustamente ma adesso sono ritornato. Il Mondiale del 2010? Io non amo parlare del passato, ma comunque devo dire che me l'aspettavo perchè Maradona non mi convocava neanche nella amichevoli e nelle partite di qualificazione. Proprio per questo non è stato traumatico. Mi sarei sorpreso del contrario. Io non avevo problemi con l'allenatore. È successo solo per questioni di gusti. Maradona ha detto che è stato solo per scelta. In nazionale si può essere convocati e non. La crescita è necessaria. A questi livelli bisogna essere pronti ad imparare tutto. Bisogna lavorare sempre per migliorarsi. Se sei lento devi allenarti per diventare più veloce, perché il calcio è veloce oggi. Devi posizionarti in una posizione migliore e pensare dove la palla potrebbe arrivare per anticipare tutti".

A Cambiasso è poi stato chiesto a che punto si senta della sua carriera: "Mi sto divertendo. Quello che abbiamo fatto all'Inter resterà nella storia. Queste vittorie ti danno gioia e voglia di continuare a giocare. In Italia non si ha mai la pancia piena. Si ha sempre voglia di vincere. Noi e i tifosi abbiamo vinto la Champions e ne vogliamo subito un' altra... Abbiamo vinto cinque scudetti e desideriamo il sesto. Vincendo non passa mai la fame. Poi battere il Barcellona lo scorso anno ci ha dato fiducia. Lo scorso anno dopo la semifinale ci hanno criticato per il gioco espresso, però Pandev si era fatto male subito e Thiago Motta dopo 30 minuti è stato espulso. Sapevamo che il possesso della palla sarebbe stato a favore del Barcellona ma il calcio non è solo il possesso di palla. Se in Argentina manca un po' di stampa favorevole all'Inter? Non mi interessa avere più o meno stampa a favore. Dipende dai gusti, a qualcuno piacerà di più o di meno il campionato in cui uno gioca, o una determinata squadra. Quello che è certo che una squadra che gioca solo per difendersi non vince cinque campionati di fila. Deve fare gol...".

Si passa poi a parlare di José Mourinho e di futuro: "E 'un tecnico che ha nel dialogo il punto di forza. Gli piace lavorare su ogni piccolo dettaglio, da una personalità forte alla squadra. È un grande allenatore. In conferenza stampa ha un tono forte ma lui se lo può permettere. Se penso di rimanere ancora per molti anni all'Inter, come Zanetti? Pupi ha fatto qualcosa di incredibile. È una bandiera in Italia. Come Totti alla Roma, Maldini al Milan e Del Piero alla Juventus. L'Inter ha Zanetti. Io all'Inter mi sento a mio agio, e felice. Poi, nel calcio è difficile stabilire un progetto a lungo termine. Ho ancora tre anni di contratto. Cerco di godermi questi anni in questa squadra. Di certo sarà difficile ripetere quello che abbiamo fatto lo scorso anno. Voglio divertirmi anche in nazionale. Finire la carriera in Argentina? Adesso non penso al futuro. Io per fortuna ho sempre rispettato i contratti che ho avuto. Dico per fortuna, perché se un club vuole venderti ormai lo fa quando vuole. Ho la convinzione però che potrei far bene giocando in Argentina. Il calcio argentino è molto competitivo. È criticato per il modo in cui si gioca, però ha un alto livello di competitività. Quindi non sarebbe male".

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 26 marzo 2011 alle 19:32 / Fonte: Inter.it
Autore: Fabrizio Romano
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