Pensieri proiettivi, anche introspettivi, verso martedì. Ma la concentrazione dell'Inter è sul pezzo. In una serata in cui da Lecce arrivavano notizie di un'altra vittoria del Napoli, la formazione guidata da Inzaghi (Farris in panchina) approccia molto bene il confronto con l'Hellas Verona. Intensità, dinamismo, ritmo e quella sana ignoranza degli interpreti sul prato verde. Fa caldo e la circolazione del pallone è la chiave per mettere in costante apprensione gli scaligeri. Dopo pochi istanti arriva il vantaggio del Biscione, firmato da Asllani, impeccabile nella trasformazione dal dischetto: pallone da una parte, portiere dall'altra. Il saltello propizio all'esecuzione diventa l'anticamera dell'1-0. Correa e Frattesi cercano d'inventare, di scambiare, d'interpretare in modo creativo i ruoli offensivi e difensivi. Zalewski si fa notare sul settore mancino (se lo prende tutto): sterza, lotta, anticipa e crossa, come quando alla mezz'ora pennella un pallone che per poco non si trasforma in oro.

GESTIONE NERAZZURRA E CONTINGENZE. I nerazzurri vanno a riposo sul vantaggio. Poco prima del duplice fischio un ottimo Asllani si era reso insidioso per la porta di Montipò, ma il tiro del centrocampista albanese ha dato solamente l'illusione del gol del raddoppio. L'innatismo platoniano risiede in quella qualità sopraffina che non s'intravede nel primo tempo di San Siro. Perché la contemplazione risulta essere una gestione scolastica ma non troppo semplice del possesso. Le esecuzioni interiste vivono di fiammate, addomesticando la manovra fino a controllare i movimenti senza particolari patemi. L'attacco della linea difensiva avversaria diventa un aspetto preponderante per lo sviluppo nerazzurro, anche se il Verona predilige il mantenimento di un baricentro maggiormente arretrato, per cercare fulminee ripartenze. Che, nella prima frazione, non si sono mai verificate. Le cosiddette seconde linee, comunque, mostrano un approccio deciso e un piglio costantemente basato sulla volontà di agire e decidere.

ATTACCHI RAGIONATI. E LE POSIZIONI... A inizio ripresa il canovaccio non cambia, anche se le distanze tra i reparti crescono sempre di più. Zalewski continua a dribblare con ottima efficacia, Arnautovic e Correa cercano di scambiarsi le loro posizioni per creare situazioni potenzialmente interessanti. Duda tenta la fortuna da lontano (in stile Asllani), ma la sfera non s'abbassa a sufficienza. Sembrano quasi ragionati gli attacchi interisti nei primi venti minuti della ripresa. I possessi leggeri dell'Inter permettono agli ospiti di creare qualche presupposto interessante, come il tiro di Suslov finito a lato sul primo palo. La confusione aumenta con il trascorrere dei minuti, cresce anche la stanchezza nel fisico delle pedine rampanti. Nei minuti conclusivi l'Inter preferisce mantenere le posizioni senza rischiare tanto. Gli attacchi del Verona sono sterili e scarsamente validi sul piano tecnico. Un gol, tre punti. Minimo sforzo, massima resa. Ora testa alla Champions per continuare a coltivare il sogno.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 04 maggio 2025 alle 08:00
Autore: Niccolò Anfosso
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