Davanti a oltre 70 mila spettatori e con la legittima giustificazione di avere la testa oltre i confini nazionali, l'Inter trova una vittoria di corto muso contro il Verona, probabilmente rinfrancato dalle sconfitte pomeridiane di tre delle rivali nella lotta per la salvezza. Ne emerge così una partita poco spettacolare ma gratificante per i nerazzurri che raggiungono l'obiettivo dichiarato alla vigilia: relax per i titolari, responsabilità per le seconde linee.

Il risparmio energetico e le preventive antinfortunio sono alla base delle scelte di formazione di Simone Inzaghi per la partita contro il Verona al Meazza, a tre giorni dal return match di Champions League contro il Barcellona. Inevitabile che l'allenatore piacentino optasse per una vera rivoluzione della distinta, anche in virtù del livello dell'avversario che non è ancora sicuro della salvezza ma ha un bottino sufficiente per essere ottimista. Di conseguenza l'Inter che affronta i gialloblù lo fa con una formazione quasi da amichevole estiva ma non per questo non sufficientemente competitiva per l'impegno che, tra l'altro, dopo la vittoria del Napoli a Lecce, impone i tre punti per rimanere ancora aggrappati al sogno scudetto.

Sicuramente la sciocchezza di Valentini, che d'istinto allarga il braccio e intercetta in piena area il pallone, oltre a fare la gioia dell'esecutore Asllani stende un tappeto rosso ai nerazzurri dopo appena 7 minuti di gioco. Non stende però il morale degli scaligeri, che impegnano Pepo Martinez con Sarr. Unico squillo del loro primo tempo, controllato senza sbavature dai padroni di casa che però davanti producono solo una frustata dello stesso Asllani (tra i migliori in campo) che illude quella parte dello stadio che ha una prospettiva ingannevole. 

Nella ripresa dopo quasi mezz'ora soporifera in cui l'Inter preferisce gestire e il Verona non sembra avere fretta di aggredire, i due allenatori cambiano: Zanetti rivoluziona il reparto offensivo con Mosquera e Bernede, Inzaghi preserva Bisseck (non si sa mai in vista di martedì) e toglie Zielinski per inserire Dimarco e Mkhitaryan. Nella fattispecie, Zalewski trasloca a destra e Darmian torna al suo amato rullo di braccetto. Poco dopo Taremi si guadagna una ventina di minuti di rodaggio in vista del Barcellona al posto di un Arnautovic comunque positivo e volenteroso, anche se ingolfato nelle due buone occasioni in gioco aereo. Acerbi per Zalewski serve a mettere centimetri in area di rigore, perché a 7-8 minuti dalla fine, come prevedibile, gli ospiti alzano il baricentro. Livramento (attaccante) per Bradaric (difensore) è l'ultimo disperato tentativo di Zanetti di raddrizzare la partita nel recupero. Impresa che rimane incompiuta, per la gioia del pubblico nerazzurro che festeggia 3 punti con il pilota automatico e annulla il tentativo di fuga nel Napoli.

Ora testa a martedì.

Sezione: Focus / Data: Sab 03 maggio 2025 alle 22:40
Autore: Fabio Costantino
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