Intervistato dal Corriere della Sera, Alessandro Antonello, direttore operativo dell'Inter, ha toccato vari punti del presente e del futuro del club di Mr Zhang. "In Cina i tifosi dell'Inter sono 130 milioni". Milioni? "Sì, un cinese su 10 ha la Beneamata nel cuore". L’imprinting è stata la partita giocata dall’Inter nel 1978, "la prima squadra occidentale deve essere stata come il primo amore, non si scorda mai". 51 anni, bergamasco doc e interista fin da piccolo, Antonello ha realizzato il sogno di lavorare per la propria squadra del cuore. 

Carriera, quella nerazzurra, fulminante dal momento che in un solo anno è salito da Cfo della Beneamata, cioè responsabile finanziario, a Coo, cioè chief operating officer, direttore operativo, dallo scorso settembre. Da lui dipendono, le risorse umane, i sistemi informativi, il settore "procurement", cioè i fornitori della società e la gestione dello stadio di San Siro che fa capo a Mi Stadio, la srl a metà tra Inter e Milan. E da lui dipende anche il direttore finanziario, che con l'arrivo di Mr Zhang dorme sonni più sereni (il bilancio 2015 ha segnato un rosso di 140 milioni, ma il cash a questo punto non è più un problema).

Come sia arrivato a un'esperienza che definisce "incredibile" è presto detto: dopo 12 anni in Lovable ("importantissimi per la mia formazione"), è passato per 5 anni alla Puma, dove ha ricoperto il ruolo di direttore generale, per poi "rimettersi in gioco". L’agenzia di recruiting londinese lo ha tenuto all'oscuro fino alla fine, quando gli ha svelato la destinazione: Inter. Da lì, gli orizzonti di Antonello si sono aperti a un nuovo mondo.

Tutti i giorni, partenza all’alba e rientro la sera tardi e soddisfazioni parecchie. Su tutte essere riuscito a contribuire fattivamente, di concerto con il Comune, a far approdare a Milano la finale di Coppa dei Campioni, "con investimenti e lavori di ammodernamento dello stadio che si sono tradotti a beneficio delle due società; dalle sale hospitality, all'abbattimento delle barriere, ad una migliore accoglienza - spiega - perché andare allo stadio deve tradursi in un'esperienza piacevole, dove la partita è uno dei tanti tasselli".

Lo stadio, infatti, insieme alle sponsorizzazioni e ai diritti televisivi, è uno degli asset fondamentali del bilancio di una squadra di Serie A. Lo sa bene la Juve, "i cui ricavi con lo stadio di proprietà per loro sono più che triplicati" ed è evidente che lo sa molto bene anche il presidente Percassi. "Noi, inteso come Inter, resteremo a San Siro", assicura Antonello che racconta di giornate intense, a fianco dello staff di Mr Zhang, "con il quale ci stiamo amalgamando. Gente che ha tanta voglia di imparare e lavora con un'altissima professionalità".

Gli obiettivi societari sono chiari: "Tornare in Champions e fare dell'Inter un brand di livello mondiale". Occorre pensare in modo globale; per dire: "In Cina, con le partite che qui cominciano alle 9 di sera, l’Inter in diretta, i 130 milioni di tifosi non potranno mai vederla". Ma poi ci sono altri 220 milioni interisti in tutto il mondo. Ed è anche a loro che Mr Zhang vuole arrivare. Su quale altra squadra avrebbe potuto puntare se non sull'Internazionale? Uomo d'affari, "Mr Zhang è affabile e energico, con un grandissimo senso della famiglia".

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 09 ottobre 2016 alle 17:19 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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