Anche La Repubblica ha oggi un'intervista a un giocatore dell'Inter, si tratta di Henrikh Mkhitaryan. Un leader riconosciuto nello spogliatoio. "Dico quello che penso, senza cercare di piacere a qualcuno, che siano i compagni, i tifosi, chiunque. Quando a parlare sono gli altri, ascolto. Se apro bocca, e non lo faccio spesso, è per il bene della squadra. L’importante è non nascondersi, essere chiari, diretti. Solo così ci si aiuta a vicenda".

In America c'è stato il primo impatto con Chivu. "La filosofia e le idee sono nuove. Prima capiamo quello che ci chiede e meglio è. Siamo partiti subito con un torneo vero, abbiamo poco tempo. L’importante con un nuovo tecnico è accettare le indicazioni, imparare e lavorare. È serio e simpatico. Ci supporta mentalmente e nella tattica. Fin dal primo allenamento si è vista la sua impronta. Il modulo è quello, ma l’approccio è diverso rispetto a Inzaghi. Se mi sono sentito con l'ex tecnico? Ci siamo salutati in privato. Ho evitato di fare post sui social. Ha preso una decisione, l’abbiamo accettata. Capitolo chiuso, se ne apre un altro".

Da mettere da parte c'è anche la finale di Champions. "La cicatrice resta. Il dolore non si cancella, è stata una sconfitta brutta. Non dimentichiamo il percorso che ci ha portato fin lì, abbiamo fatto grandi partite, ma indietro non si torna. Dobbiamo rialzarci, imparare e andare avanti. Non serve pensarci troppo. Dobbiamo lavorare per vincere nei prossimi giorni, nelle prossime settimane e nei prossimi anni".

Si torna anche sulla famosa intervista in cui definì ingiocabile la squadra nerazzurra. "Non ho detto che siamo ingiocabili sempre, ma che lo siamo stati in alcune partite, per l’atteggiamento che abbiamo messo in campo. Certo che lo direi di nuovo, lo penso. Se poi qualcuno mi prende in giro, non me ne frega niente. Se ho deciso quando smettere? Ho detto che questa è la stagione più faticosa della mia vita, con tre competizioni. E che non so quanto mi resti da giocare. Non escludo nulla, ma so di avere ancora voglia di andare in campo. Ho un anno di contratto con l’Inter, se non mi cacciano resto (ride, ndr). Non voglio ritirarmi col rimpianto di averlo fatto troppo presto. Dopo l’Inter smetto. Non voglio abbassare il livello, non tornerò a giocare in Armenia. E mete come l’Arabia non mi interessano. Con tutto il rispetto, amo il calcio per il gioco, non per i soldi. Quando mi sveglio ho voglia di allenarmi e dimostrare quel che valgo. Post-calcio? Oggi dico che vorrei uscire dal calcio, ma mai dire mai. Mi servirà tempo per riflettere e riposare, in famiglia".

Mkhitaryan ha avuto modo anche di sentire Taremi in Iran. "Certo, sta bene. Non lo disturbo troppo, perché sono in tanti a contattarlo per sapere quale sia la sua situazione. Ci ha fatto piacere che abbia voluto farci un in bocca al lupo per il Mondiale per club. Un grande gesto. Fa star male pensare a cosa sta succedendo, speriamo che il conflitto finisca il prima possibile".

Tanti i giovani in gruppo, a partire da Carboni e Pio Esposito. "Sanno come funziona il calcio: oggi fai gol, ma domani si riparte da zero. Devi dimostrare di essere pronto, all’allenatore e ai compagni. Noi, più esperti, cerchiamo di indicare loro come migliorare. Poi dipende da te se vuoi crescere o no".

Sezione: Focus / Data: Mar 24 giugno 2025 alle 08:42
Autore: FcInterNews Redazione
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