A Milano piove, come in quel 22 aprile 2024, il giorno dello scudetto della seconda stella vinto matematicamente dall'Inter sul campo del Milan di Stefano Pioli. Che un anno e mezzo dopo torna a San Siro da tecnico della Fiorentina per sfidare la sua ex squadra con l'obiettivo di salvare una panchina sempre più traballante. Impresa che appare proibitiva sulla carta, soprattutto vedendo lo score dei viola in questo avvio di campionato: quattro sconfitte, altrettanti pareggi e nessuna vittoria. I padroni di casa, dopo il ko doloroso di Napoli, ritrovano la spinta vocale e cromatica del tifo organizzato, il secondo anello verde Milano, che sin dal 1' spinge forte Lautaro e compagni che chiudono subito gli avversari nella loro trequarti campo. Scenario prevedibile, con gli ospiti che difendono utilizzando un blocco basso contro una squadra che ha l'ultima linea oltre la metà campo. Non si segnalano occasioni importanti nei primi 10', giusto un colpo di testa che termina alto di Lautaro sugli sviluppi di un corner battuto da Federico Dimarco. La tattica spregiudicata degli uomini di Cristian Chivu ha i suoi rischi: al 18', Cher Ndour scappa via a Manuel Akanji sulla sinistra e mette in mezzo per Moise Kea,  pronto a battere a rete davanti a Yann Sommer. Interrompe la comunicazione tra i due Yann Bisseck, che da centrale salva letteralmente i suoi da un gol praticamente sicuro. L'altra faccia della medaglia è Alessandro Bastoni che, al 27', va in pressing feroce negli ultimi 30 metri, intercetta un passaggio pigro di Pietro Comuzzo e da ala si invola verso la porta che David De Gea gli sbarra con un'uscita puntuale. Per un'occasione sciupata, una potenziale scongiurata dall'Inter: al 34', Simon Sohm riceve palla nel cerchio di centrocampo e sbaglia un lancio che avrebbe innescato il 2 contro 1 nella metà campo nemica. Sul ribaltamento di fronte altra chance monumentale per l'Inter: tutto parte ancora dal piede di Bastoni che, in questa circostanza, si traveste da assistman per servire un insolito inserimento a centro area di Dimarco. Che calcia d'esterno mancino trovando il riflesso con i piedi di un super De Gea. E' la scena di uno 0-0 che non si schioda:  nell'unico minuto di recupero Kean  chiama in causa Sommer e l'Inter getta via un contropiede. 

SECONDO TEMPO -
La ripresa si apre con gli stessi 22 che hanno chiuso la prima frazione e il medesimo copione: l'Inter fa la partita, la Fiorentina gioca speculando sulle forzature nel palleggio degli avversari. Al 50, Robin Gosens evita l'1-0 immolandosi sul tiro a colpo sicuro di Denzel Dumfries. Poco dopo, il tedesco respinge di testa un cross velenoso sulla schiena di Mattia Viti che De Gea controlla mentre sulla schiena dei 500 tifosi gigliati scorre un brivido. La partita si infiamma alll'improvviso: da un tiro di Dimarco che sibila di poco a lato nasce il corner dal quale l'Inter reclama un rigore per laccio al collo di Viti su Esposito. Dopo un lungo silent check lungo, la partita prosegue come se niente fosse. Sempre sul binario interista: Dumfries prima e Bisseck poi fanno lievitare le quotazioni di De Gea come player of the match. Pioli mette mano alla formazione apportando due modifiche: dentro Fazzini e Fagioli per Gudmundsson e Sohm. Ciò che cambia è il risultato, ma in favore dell'Inter: Hakan Calhanoglu pesca il jolly da fuori area fulminando un De Gea fin lì insuperabile. La soluzione dalla distanza del turco spalanca le porte dell'area di rigore dei toscani, nella quale si infila con classe cristallina Petar Sucic, dribblando con la suola Comuzzo prima di depositare il pallone in rete. Altra sostituzione per Pioli: esce Mandragora, entra l'ex Dzeko, applaudito da tutto il pubblico. Chivu risponde mandando in campo Carlos Augusto e Bonny per Dumfries ed Esposito. La girandola di cambi scombina un po' gli schemi, ma la strategia della Fiorentina è sempre quella: palla verticale su Kean che scatta verso la porta seguito come un'ombra da Bisseck e calcia piano tra i guantoni di Sommer. Di là, una palla apparentemente innocua viene trasformata da Bonny in un altro giro dal dischetto di Calhanoglu. Che, ovviamente, non sbaglia. Tre a zero e Fiorentina in dieci per l'espulsione per somma di ammonizioni di Viti. Piove ancora su Pioli, che si becca anche i cori di scherno dai 71mila presenti (Il fuoco del 'Pioli is on fire' si è spento). Chissà se già stasera scorreranno i titoli di coda sulla sua avventura... 

Sezione: Focus / Data: Mer 29 ottobre 2025 alle 22:38 / Fonte: dall'inviato a San Siro
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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