Tra l'apprensione comprensibile e la psicosi pericolosa. L'Italia si risveglia impaurita e lo stop a tre partite di Serie A fa diventare il tutto tremendamente serio. Il farmacologo di fama mondiale Silvio Garattini, presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche 'Mario Negri', ha parlato al Corriere della Sera.

 Professor Garattini, lo spettacolo andrà avanti. La ritiene una decisione corretta? 
"In questo momento non ci sono ragioni tali per sospendere le gare di calcio o di altri sport, almeno quelle che non si disputano nelle aree coinvolte. Credo che il governo abbia tenuto conto del fatto che il rischio contagio al momento sembra basso, anche se la situazione andrà monitorata ora per ora. Prendere delle misure restrittive non sempre è un bene. Si può creare una psicosi tra la popolazione. In generale, vale una regola: se una persona ha la febbre deve avvisare il suo medico, senza recarsi al pronto soccorso o andarsene in giro". 
 
Che consigli state dando alle persone? 
"Seguire le regole igieniche: lavarsi le mani con continuità, non toccarsi il naso e la bocca con le mani, non stare troppo tempo nei locali affollati e, in generale, nei luoghi dove gira molta gente". 
 
Lo stadio è tra questi… 
"Sì, ma nella maggior parte delle città italiane non c'è nemmeno un caso di coronavirus. Chiudere stadi e palazzetti è una decisione drastica che va presa quando c'è una reale emergenza". 
 
Il direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom, ha detto che nell’80% dei casi il contagio è lieve. 
"Il coronavirus ha una contagiosità relativamente bassa rispetto ad altri virus e si calcola una mortalità del 2%. Pensi, l’influenza fa 6000 morti all’anno in Italia. E nel nostro Paese muoiono in 10mila per infezioni che sono resistenti agli antibiotici. Questo virus ha una sintomatologia simile a quella dell'influenza: raffreddore, febbre e bronchite che può esitare in una polmonite. Al momento con ci sono farmaci efficaci. Si spera che tra non molti mesi ci possa essere un vaccino". 
 
Come si guarisce? 
"In molti casi l’organismo vince da solo. Le sue difese impediscono al virus di moltiplicarsi". 

Sezione: Focus / Data: Dom 23 febbraio 2020 alle 08:30 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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