"Il Milan pensava di allungare in vetta, invece si è incartato. L’Inter è arrivata al Maradona surfando l’onda di 7 vittorie e pensava di sorpassare il Diavolo approfittando di un Napoli reduce dai 6 sberloni di Eindhoven. E invece sul gradino più in alto di tutti è salito proprio Antonio, bravo a rialzare la truppa dopo due sconfitte e a ridotarla di una fame di scudetto". Così la Gazzetta dello Sport apre la sua analisi all'indomani di Napoli-Inter e a metà svolgimento dell'ottava giornata di Serie A. Disamina che tesse i complimenti a Conte, bravo "a gestire l’emergenza, leggere il match e a infierire su un'Inter svagata che ne ha combinate di tutte". "I nerazzurri lamentano, a ragione, il rigore del vantaggio che non c’era. Ma se devono cercare i colpevoli dell’1-3 napoletano devono guardare in uno specchio. Difficile essere felici, se sbagli i gol e li fai fare con leggerezza" si legge sul quotidiano milanese che non risparmia appunti a Lautaro e compagni, partiti bene prima di staccare la spina, riattaccarla e tornare perdere equilibrio: Neres falso nueve, cosa non riuscita sabato scorso a Dybala, e un'Inter che diversamente che all’Olimpico "si è sfaldata, favorendo le cavalcate letali di McTominay e Anguissa". Paragoni goffi: "Peggio di Acerbi e colleghi, solo i guardiani del Louvre" ma colpe attribuite anche ad "una mediana di carta velina che non ha schermato nulla" secondo la Rosea che lancia l'allarmismo: "La battaglia di Chivu è la stessa di Inzaghi. Presentare sempre un’Inter con la testa e i sentimenti a posto, in grado far fruttare la propria superiorità. L’Inter resta la più temibile anti-Inter".

I nerazzurri partono bene e a fermare Lautaro è Milinkovic Savic in uscita che subisce il "15esimo tiro dato da aggressione offensiva" della squadra di Chivu, numeri che nessuna squadra in A ha raggiunto. Un quarto d'ora dopo però gli ospiti "staccano il piede dall’acceleratore e si ritirano" per non sprecare troppo dinnanzi ad un Napoli quiescente. Ma "dopo un tiro di Gilmour a lato, arriva il vantaggio con un rigore per lo meno curioso". Come curiosa è pure l'uscita praticamente contemporanea di autore e presunto autore del rigore, De Bruyne e Mkhitaryan. A proposito del rigore si legge ancora: "Lieve contatto" dell'armeno su "Di Lorenzo che l’arbitro giustamente ignora. Però, mentre corre verso l’altra porta, ci ripensa (lo fanno ripensare), torna indietro e punta il dischetto senza passare dal Var". L'Inter torna paradossalmente viva e "riaccende la spina e le occasioni che costruiscono in serie dal 41’ al 48’". La ripresa viene inaugurata da un tiro di Calha, "ma al 9’ il Napoli raddoppia e dimostra che per l’Inter non è serata da concentrazione feroce". Colpevole Akanji, ma non solo, su Spinazzola che serve McTominay. "I difensori dell’Inter sono sparpagliati sul prato come un tiro di dati" e lo scozzese fa il 2-0. "Scempio difensivo replicato al 22’, dopo il rigore di Calhanoglu per mani Buongiorno che ha dimezzato le distanze" e di cui "Mariani non si era accorto di nulla", "Anguissa affonda ancora centralmente nella retroguardia nerazzurra, come un grissino nel burro e tuona in rete. Acerbi che arranca goffo alle sue spalle è la copertina della serata nerazzurra. Sipario anche per Chivu che pensa già alla Fiorentina".

Sezione: Focus / Data: Dom 26 ottobre 2025 alle 09:00
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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