Da più parti, il ritorno di Steven Zhang va a coincidere con la chiusura del prestito da 250 milioni che la controllante Great Horizon dovrebbe ottenere da un fondo (Bain Capital, Oaktree o altri). Il Corriere dello Sport prova a spiegare la sostanza di questa mossa e come andrebbe a impattare sui piani dell'Inter e di Suning.

"Per Zhang è una strada pressoché obbligata, un win-win game - si legge -. Occorre premettere che finanziare un business indebitando direttamente l’azienda oppure indebitando la sua controllante è sostanzialmente la stessa cosa (lo insegna un dogma della finanza come il teorema di Modigliani-Miller) perché una soluzione o l’altra non modifica di una virgola il valore dell’azienda. Fare debito al piano di sotto o al piano di sopra, insomma, non cambia nulla ma al piano soprastante (cioè Great Horizon) questo è ancora possibile mentre al sottostante (Inter) non c’è più spazio: qualsiasi nuovo debito sarebbe comunque subordinato alle obbligazioni esistenti che godono di prelazione sui flussi di cassa dei diritti tv e il cui regolamento vincola fortemente l’emissione di nuovi bond". In questo modo, quindi, Zhang riuscirebbe a prendere tempo, restando al comando del club in attesa di tempi migliori.

Il Corsport ripercorre le ultime tappe della storia del gruppo cinese nel club nerazzurro, ricordando anche il mancato passaggio a Bc Partners per questioni di differenza notevole tra domanda e offerta. "Il debito finanziario del gruppo-Inter al 30 giugno 2020 ammontava a 408 milioni (esclusa l’esposizione verso la galassia-Suning). Al netto di 88 milioni in cassa, si ottiene un debito finanziario netto di 320 milioni che non include debiti per i cartellini e va scontato dalla valutazione degli asset. Sottraendo 320 milioni da 750 si ottiene 430. Da questi dovremmo scontare anche l’ulteriore finanziamento da 250 milioni, se si scegliesse di finanziare la società al piano di sotto, tenendo conto (fra l’altro) che da giugno scorso l’Inter ha prodotto perdite: 63 milioni la semestrale al 31 dicembre, ma è facile si arrivi a 120-130 a giugno 2021. Restano dunque 180 milioni per acquistare il 100% dell’Inter di cui però Suning non dispone, possedendone il 68%. L’altro 31% è in mano a LionRock, un fondo di Hong Kong che rilevò le quote di Thohir per 167 milioni. Questa quota va riacquistata in ogni caso. Intanto, perché il fondo cinese detiene un’opzione put con cui può vendere le sue quote a Suning per 167 milioni più il premio per l’opzione, quindi un debito di Suning a tutti gli effetti. Ma in ogni caso, perché qualsiasi investitore di minoranza si protegge con clausole del tipo “tag-along” cioè il diritto di vendere le proprie quote alle stesse condizioni dell’azionista di maggioranza in caso di cessione: il ragionamento è “se vendi tu devo poter vendere anch’io” e sarebbe strano se LionRock non l’avesse previsto. Tolti quindi 167 (o 170) da pagare a LionRock per liberare le azioni Great Horizon in pegno a quest’ultimo, sarebbero rimasti a Zhang 10 milioni (o poco più) con cui prendere armi e bagagli e tornare a casa. Decisamente pochi.  Allora, magari, l’operazione si può fare al piano di sopra. Trovare a Great Horizon un fondo-finanziatore (Bain Capital?) che metta 250 milioni, garantiti dalle quote della società. Se questa non ripaga il debito, il fondo si prende le quote diventando azionista dell’Inter, come Elliott rilevò il Milan azionando il pegno sulle quote di Yonghong Li. Per Suning si tornerebbe al punto di partenza: non incasserebbe nulla come nell’ipotesi della vendita subito, ma intanto guadagna tempo e altre cose possono accadere. Per poter garantire il prestito di Bain, le azioni Great Horizon vanno però liberate dal pegno vantato da LionRock, a cui si dovrà versare perciò 170 dei 250 milioni. Ne resterebbero circa 80 con cui Great Horizon potrebbe sottoscrivere un aumento di capitale nell’Inter, coprendo metà delle perdite di quest’anno, mentre il club utilizzerebbe la liquidità finora prudentemente accantonata per gestire ordinatamente le scadenze arretrate (stipendi, in primis). Con questa soluzione Zhang rimarrebbe proprietario dell’Inter al 99,6%. Avrebbe le sue quote in pegno a Bain ma comprerebbe tempo, utile a verificare se il Covid rallenterà la morsa facendo riaprire gli stadi e se la Champions si rivelerà per l’Inter una campagna proficua".

Ecco perché, in questa fase, sarà importante contenere i costi e provare a riequilibrare il più possibile i conti dell'Inter, che continuerà a bruciare cassa per un po'. "A fine 2022 scadranno i bond (350 milioni), non facili da rifinanziare alle stesse condizioni - aggiunge il CdS -. Nel frattempo, potrebbe però partire il progetto San Siro con cui sarà più facile attrarre soci o finanziatori. I fondi, ad esempio, si metterebbero in fila per entrarvi poiché gestire un’infrastruttura è meglio che impantanarsi nella gestione di un club (meno costi e ricavi più stabili). Se Zhang giocherà bene la partita, tenterà di mettere le due cose (stadio e club) nello stesso pacchetto come provò a fare il Barcellona ottenendo da Goldman Sachs un finanziamento da 800 milioni, ufficialmente per ristrutturare il Camp Nou ma in realtà – secondo molti – per annegarvi i buchi finanziari della gestione del club". 

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Sezione: Focus / Data: Ven 30 aprile 2021 alle 08:38 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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