Primo 100 giorni all'Inter del Governo Conte e subito risultati straordinari. La sensazione è che si stiano ponendo le basi per un qualcosa di davvero interessante. Lo spiega la Gazzetta dello Sport, che gioca con i richiami alla politica vera e propria.

Primi decreti - Il primo obiettivo era stato già raggiunto in campagna elettorale e con l’insediamento: l’arrivo di Antonio Conte ha restituito entusiasmo a un ambiente un po’ depresso e ha fatto ritornare la fiducia dei mercati. Lo spread (indicatore di distanza «percepita» dalla Juventus) è calato immediatamente, gli investitori cinesi hanno garantito un budget, sono arrivati subito molti sì da personalità (Lukaku, Barella) interessate a entrare nel team governativo. I lavori sono cominciati immediatamente: contatti telefonici continui anche nella fase «balneare», poi riunioni in «doppia seduta» e lavoro costante con uno staff animato dallo stesso «sacro fuoco». La linea guida economica del 3-5-2 guidava i primi decreti legge, ma l’iniziale vera emergenza era restituire governabilità al Paese interista: il premier Conte sposava subito la linea del rigore e in breve alcune delle personalità più importanti della vecchia gestione e del partito venivano rimosse, con incarichi temporanei nell’ambasciata di Parigi, nel consolato di Monaco, in Regione Sardegna. Nei primi 100 giorni il Governo del cambiamento ha creato un gruppo compatto e per lo più impermeabile a spifferi esterni, senza correnti né divisioni: patto di stabilità. Un’altra delle prime azioni è stata trovare risorse interne, eliminando sacche di inefficienza: ecco quindi il recupero di elementi finiti nel dimenticatoio (Ranocchia, Candreva). Nei primi atti ufficiali di San Siro e Cagliari, si mostrava prima capacità di osare e far sognare (4-0 al Lecce), poi la capacità di reagire alle avversità con una solidità di testa inedita (2-1 in trasferta).

Cose da fare - Certo, siamo a un abbozzo di azione che dovrà essere confermato più avanti e di fronte a problemi più scottanti e situazioni più complesse (vedi derby). Manca, in primis, il confronto con l’Europa, dove l’Inter aspira a tornare fra le potenze stabilmente nel G8. In questo senso, grande è il lavoro che attende il «Ministro degli Esteri» Lukaku, a cui Conte chiede un’opera di avvicinamento alle big europee, non solo a livello di immagine, ma anche risultati. Poi bisognerà trovare nuove risorse e vie più fantasiose per arrivare gli obiettivi (fondamentale inserire Sanchez) e migliorare il presidio del territorio. Le prime uscite del Ministro degli Interni Sensi sono state positive, ora serve più coesione in mezzo e un lavoro sulle periferie (fasce) con Asamoah e Lazaro. Di questi tempi poi l’agenda mediatica impone attenzione alla difesa dei confini (dell’area di rigore): la costruzione muro Godin-De Vrij-Skriniar è più avanzata di quello Usa-Messico di Trump. Infine, alla lunga, bisognerà avvicinare la «locomotiva» juventina, aspettando un calo del suo PIL. Il punto fra altri 100 giorni.

Sezione: Focus / Data: Dom 08 settembre 2019 alle 08:27 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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