Tra i più felici per la vittoria dello Scudetto da parte dell'Inter c'è anche Andrea Stramaccioni, che ha vissuto il periodo successivo agli ultimi trionfi e ha cercato di ripristinare la grandezza della squadra una volta incaricato di guidarla dalla panchina. Per questo il tecnico di San Giovanni sa bene cosa significhi questo traguardo dopo tanto tempo. Intervistato da FcInterNews.it, Strama ha commentato tutte le tematiche attuali riguardanti i nerazzurri. E lo ha fatto da tifoso interista.
Come ha festeggiato lo Scudetto nerazzurro?
“Una grande gioia, per chi ha vissuto e amato l’Inter come me, tornare leader in Italia dopo anni di dominio bianconero vale davvero tanto. Ho festeggiato complimentandomi con i protagonisti cui sono più legato in campo e fuori: Javier Zanetti, Piero Ausilio, i giocatori che conosco, l’addetto stampa, il personale della Pinetina, Roberto Scarpini, Claudio Sala e ovviamente le persone che seguono sempre la squadra ma che non vanno sui giornali. È la vittoria di tutti, di ogni cuore nerazzurro”.
Si può dire che l’Inter abbia dominato il campionato?
“Sì, senza dubbio, grazie ad una seconda parte di stagione perfetta, vincendo a quattro giornate dalla fine senza avere nel rush finale una reale candidata a contrastarla”.
A posteriori, uno Scudetto che è sembrato quasi facile?
“Solo chi non conosce le dinamiche e le difficoltà di questo sport a certi livelli può pensare che esista qualcosa di facile. L’Inter, la società, il mister, i calciatori hanno compiuto una grande e memorabile impresa. Ve li ricordate i commenti e le opinioni generali dopo la triplice eliminazione dalle Coppe? Beh, io sì...”.
C’è stata una vera rivale per lo Scudetto o alla fine è sembrato quasi che potessero perderlo solo i nerazzurri?
“Il Milan ha fatto più del massimo e una stagione incredibile, l’Atalanta pur essendo molto competitiva aveva accumulato troppo ritardo e perdendo lo scontro diretto a Milano è stata un po’ tagliata fuori. La Juventus è un capitolo a parte. Annata probabilmente di fine ciclo, non ho mai avuto la reale sensazione potesse giocare per il titolo”.
Chi è l’uomo copertina dello Scudetto?
“Romelu Lukaku, senza dubbio, fortemente voluto da Conte e ottenuto con abilità dalla società. È diventato giorno dopo giorno sempre più leader di una squadra che aveva bisogno di un grande trascinatore e lui si è guadagnato questo ruolo a suon di numeri e prestazioni. Nello scontro con Ibrahimovic al Derby ha guadagnato anche in leadership in campo e fuori”.
Hakimi è l’erede di Maicon?
“Maicon era Maicon. E per me resta un giocatore unico nel suo genere e nella storia dell’Inter. Ma Hakimi ha disputato una stagione straordinaria rivelandosi un giocatore chiave nella conquista del tricolore. Il sistema di gioco adoperato da Conte ne esalta le qualità e ne maschera qualche punto debole”.
Lukaku da Pallone d’Oro qualora il Belgio vincesse Euro 2020?
“Ha fatto la differenza in Italia, ma siamo ancora lontani da farla in Champions per ciò che si è visto in questa stagione. L’Europeo gli darà, con una Nazionale piena di talento, una vetrina di livello per continuare quanto di buono ha fatto in Serie A. Lui è un attaccante moderno unico nel suo genere che abbina una potenza fisica devastante a doti di corsa rare con quel fisico, spesso esaltate anche dagli spazi che ha trovato. Ha trovato la via del gol con continuità e ripeto, fra Europeo e prossima Champions League, avrà tutte le carte in regola per dimostrare a tutti se saprà fare la differenza anche ad un livello superiore”.
Oggi in Italia è meglio avere CR7 o Lukaku?
“Lukaku. Non si tratta di valori assoluti ovviamente, ma di funzionalità al servizio di un collettivo. E in questo momento Ronaldo è stato inevitabilmente trascinato in negativo dalla stagione della Juventus”.
C’è un giocatore che forse i media sponsorizzano meno, ma che è l’emblema della vittoria nerazzurra?
“Brozovic. Il cuore dell’Inter, il motore ma anche il fosforo nei momenti difficili. Cresciuto moltissimo dopo il Mondiale perso in finale. Ne percepisci il valore quando non c è. E Handanovic, l’emblema della difesa dell’Inter anche a livello caratteriale”.
Cosa pensa del lavoro di Conte?
“Lavoro straordinario di un tecnico vincente. Molti sarebbero potuti rimanere negativamente segnati dalla triplice eliminazione dalle Coppe: Champions, EL e Coppa Italia contro la Juventus. È stato invece in quel momento che un evento negativo è stato trascinato e rovesciato in rabbia positiva dal suo condottiero e da lì si è costruita la cavalcata inarrestabile che ha portato al trionfo nerazzurro”.
Quanto è stata brava la società, ergo Marotta, a supportare il mister ad inizio anno?
“Di Marotta e Ausilio riconosco il grande merito di aver tenuto sempre la società compatta intorno al mister e alla squadra anche nei momenti peggiori, anche quando trovare qualche piccolo alibi poteva essere la via più semplice. E in più ci metto la caparbietà con cui due anni fa presero Lukaku e l’operazione di de Vrij a parametro zero, l’intuizione su Lautaro, Hakimi, Barella e Bastoni: insomma va dato grande merito a questa società”.
Si può aprire un ciclo vincente?
“È un obbligo provarci. Il momento italiano è propizio e l’Europa aspetta una grande italiana protagonista”.
Qual è il giocatore che non dovrebbe essere mai venduto?
“Sono due in realtà, Lukaku e Lautaro”.
Chi prenderebbe per l’Inter?
“Non farei ‘l’errore’ di prendere 4/5 buoni giocatori per alzare teoricamente il livello del gruppo. Ma concentrerei tutte le risorse su uno o due grandi campioni. Giocatori di livello indiscusso che migliorino un undici non facile da migliorare. Kanté a centrocampo e un Jordi Alba o Gosens a sinistra, per fare un esempio”.
L’Inter deve puntare solo alla seconda stella o anche alla vittoria della Champions?
“Confermarsi in Italia vorrebbe dire seconda stella, ho i brividi solo a pensarci. Della Champions abbiamo già parlato e sottolineato l’importanza”.
Cosa pensa di Mourinho alla Roma?
“Friedkin ha sbaragliato ogni previsione, il titolo in borsa è schizzato e i tifosi sognano con José. Il primo grande tassello è stato posto, il campionato italiano ritrova un personaggio iconico degli ultimi 20 anni di calcio: ora bisogna costruire la squadra, ma la sfida si preannuncia davvero affascinante”.
Cosa c’è di vero sui rumors dal Qatar che la riguardano?
“La stagione ancora non è terminata, non è corretto rilasciare alcun tipo di dichiarazione al riguardo”.
Dopo l’Iran, cosa penserebbe eventualmente di questa scelta sua moglie?
“Qualsiasi decisione professionale prenderò, sarà sempre condivisa con la mia famiglia. Il calcio è la mia passione da sempre, ma la mia famiglia è la mia ragione di vita”.
Lei oltre che essere un grande mister, è un influencer clamoroso. Su Instagram la sua unica foto vanta milioni più di 750 mila likes e quasi 10 milioni di commenti. Come vive questa singolare situazione?
“Mi fa sorridere pensare che una persona lontana dai social come me abbia messo questo record mondiale pazzesco. L’amore dei tifosi asiatici dell’Esteghlal per quello che abbiamo fatto è qualcosa di incredibile che va anche oltre lo sport e resterà per sempre impresso nel mio cuore”.
VIDEO - INTER CAMPIONE D'ITALIA, IL "BUONGIORNO" SOCIAL DI LAUTARO AGLI INTERISTI
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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