Ha iniziato dove ha poi terminato, ripartendo subito dopo con un altro ruolo, tanto motivante e carico di responsabilità. Ma sempre con gli stessi colori. L'Inter e Paolo Orlandoni, un legame fortissimo e un rapporto durato 15 anni terminato la scorsa estate dopo un percorso di tre stagioni da preparatore dei portieri della Primavera, dopo aver vestito i guantoni sia nel settore giovanile che in Prima Squadra. Un incarico da lui stesso definito un 'sogno', a cui ha fatto seguito un'occasione unica, che lo ha portato a ricoprire il medesimo ruolo in una società europea e importante come il Fenerbahçe.

L'esperienza turca prosegue alla grande, con una difesa (al momento la meno battuta del campionato) che indirettamente sta facendo affidamento anche sull'esperienza dell'ex numero 21 interista, con il titolare Volkan Demirel che ha subito solamente 19 reti nella Süper Lig​. E Fabiano ed Ertuğrul Taşkıran, gli altri portieri della rosa, crescono sotto la sua guida. FcInterNews oggi è con lui, il classe '72 di Bolzano cresciuto in nerazzurro, con un'intervista esclusiva in cui parla della stretta attualità e delle ultime stagioni passate nella cantera, prima di prendere il volo per la Turchia.

Ha cambiato vita con questa nuova avventura a Istanbul: quel è il bilancio di questi mesi con il Fenerbahçe?
"Sicuramente è un'esperienza molto importante per me. Non è stato facile andare via da Milano e dall'Inter, ma c'è stata questa opportunità che ha rappresentato un passo importante per la mia carriera, avendo l'occasione di lavorare in un club importante che gioca in un campionato di alto livello come quello della Süper Lig turca. Sto crescendo molto, ed è quello che volevo. Istanbul è una città incredibile e meravigliosa, e il Fener ha un seguito di tifosi eccezionale. Per ora va tutto alla grande e sono molto felice".

Come è nata questa opportunità?
"Al termine della scorsa stagione Giuliano Terraneo (direttore tecnico del club, ndr) ha sposato questo progetto, e dopo aver scelto l'allenatore mancava la figura del preparatore dei portieri. Non so se qualcuno gli abbia suggerito il mio nome, ma ha pensato a un italiano e quindi... eccomi qui. Mi ha contattato chiedendomi la disponibilità, e io non ho avuto il minimo dubbio. Ho accettato subito perché in Turchia il Fenerbahçe ha il blasone e il prestigio di Inter, Milan o Juventus in Italia. Sono quelle occasioni che non pensi possano mai capitare, non ho potuto fare altro che coglierla al volo".

Nonostante questo giustificato entusiasmo, quanto è stato difficile lasciare l'Inter dopo tanti anni?
"Tanto, sicuramente. Ho giocato 4 anni nel settore giovanile, 7 in Prima Squadra per poi concludere da preparatore dei portieri della Primavera per altre tre stagioni. Direi che 15 anni sono tanti, in un club come l'Inter che per me rappresenta più che una famiglia. Ma, come ho detto, per la mia carriera e la mia crescita il Fener è il massimo. Il mio obiettivo era quello di allenare i portieri di una Prima Squadra, e partire da un club del genere è la cosa migliore per me. Non avrei mai potuto non accettare".

Mancini le ha dato qualche suggerimento per quanto riguarda la vita di Istanbul?
"Ci eravamo visti quando l'Inter è venuta a giocare contro il Galatasaray ad agosto. Sono andato a salutare la squadra e il mister mi ha sempre detto che si era trovato benissimo in questa città, assolutamente meravigliosa. Certo, ci sono delle normali problematiche legate al numero di abitanti (più di 14 milioni, ndr), ma qui mi sento a mio agio. Il campionato è molto sentito ed è seguitissimo, e la passione che c'è per le grandi squadre è incredibile. Ci sono stadi da 45.000-50.000 persone, quasi tutti moderni e sempre pieni. Insomma, il massimo".

Tornando alla sua esperienza all'Inter da preparatore, come riassumerebbe quelle stagioni?
"Quando Massimo Moratti e Piero Ausilio mi offrirono questa possibilità non ebbi alcun dubbio. L'opportunità di aver lavorato con la Primavera nerazzurra la considero un sogno realizzato. Era già da un paio di stagioni che mi stavo preparando per questo ruolo, e iniziare da una realtà come l'Inter fu perfetto, un vero successo personale. Voglio quindi ringraziare il presidente e il direttore sportivo che hanno creduto in me fin dal primo momento. Inoltre avevo davanti a me degli esempi super, come Luciano Castellini (ex portiere e preparatore dei portieri dell'Inter, ndr) che mi allenò a suo tempo quando ero un ragazzo. Si inizia quindi una professione nuova, che va migliorata con il lavoro quotidiano sul campo. Mentalmente ci si può preparare quanto si vuole, ma poi è il terreno di gioco che ti permette di crescere veramente. Iniziare da un settore giovanile come quello dell'Inter è stato molto importante per me. Ho imparato tanto da tutti, a partire da Daniele Bernazzani. Poi con Salvatore Cerrone e Stefano Vecchi l'anno scorso, con il quale ho sempre avuto un ottimo rapporto, sia dai tempi in cui giocavamo insieme. Sicuramente l'Inter è stata una grandissima 'palestra' per arrivare preparato a Istanbul".

C'è qualche ragazzo al quale si sente particolarmente legato? Non necessariamente per motivi tecnici, ma anche umani.
"Considerando la parte umana, ho sempre cercato di coltivare i rapporti e portarli avanti nel tempo, perché reputo questo aspetto fondamentale per poter lavorare al meglio. L'ho sempre fatto e continuerò, e per fortuna i riscontri sono sempre stati positivi, e i ragazzi che ho allenato si ricordano di me e li sento tuttora. Queste sono soddisfazioni. Dal punto di vista tecnico, invece, ho lavorato con tanti portieri. Gli ultimi Ionut Radu e Michele Di Gregorio, grandissime qualità per entrambi, credo sia difficile individuare dei portieri di questa età così bravi in Italia. Non posso non citare anche Ivica Ivusic e Davide Costa, così come Riccardo Melgrati e Matteo Cincilla. Uno dei più bravi è sicuramente Francesco Bardi, mi dispiace per come stiano andando le cose ultimamente. Meriterebbe molto di più di quanto raccolto finora. È un portiere forte che deve solo superare questo periodo sfortunato. In Italia, di pari età, in pochi sono bravi come lui".

Un giocatore accostato con insistenza ai nerazzurri in vista della prossima stagione è Caner Erkin: come lo descriverebbe? È un giocatore da Inter?
"Sicuramente è un giocatore di livello, se così non fosse l'Inter non lo avrebbe mai cercato. È sicuramente un ottimo terzino, un nazionale turco che potrebbe giocare in qualsiasi squadra importante. Di più, sinceramente, non so. Poi io mi intendo solamente di portieri! (Ride, ndr).

Difesa super e tre portieri di livello con i quali lavora: ci presenti il suo gruppo.
"Stiamo facendo bene tutti, poi il mio ruolo è un aiuto per lo staff tecnico. In questo momento sono molto soddisfatto, abbiamo la miglior difesa del campionato. Il merito è sicuramente generale, e non posso negare che la qualità dei nostri portieri sia di alto livello. Volkan Demirel è il titolare e un giocatore di esperienza e di valore, un nazionale fino allo scorso anno. Con lui ci sono altri due ottimi giocatori, come Fabiano, un ragazzo brasiliano dell''88, ed Ertuğrul Taşkıran, anch'egli turco".

Ha già imparato qualche parola in turco?
"Qualcosina sì, per forza! (Ride, ndr). Volente o nolente mi devo arrangiare, ma qualcosa riesco a dirlo dopo questi mesi in Turchia".

In genere un preparatore dei portieri si lega a un allenatore, mentre il suo caso è diverso. Quali sono quindi i suoi progetti? Cosa farà da 'grande'?
"Questa è una bella domanda. Il mio inizio è stato, come ha detto lei, differente. Intanto ho anticipato i tempi con un'esperienza internazionale che mi mancava e che servirà sotto tutti i punti di vista. Non so quanto durerà, ho firmato per due anni, ma spero di completare questo progetto. Sono felicissimo di aver fatto questa scelta, sposando il progetto di un club organizzatissimo, importante e molto ambizioso. Poi per il futuro, non si può mai ipotizzare ciò che potrà accadere. Io voglio svolgere questo mestiere nel migliore dei modi, cercando di migliorare ogni giorno mettendo al servizio dei miei portieri tutto quello che ho imparato. L'obiettivo è superarsi da allenatore rispetto a quanto fatto da calciatore".

Conclusione dedicata all'Inter: che stagione è stata fino a questo momento? Pensa che il terzo posto possa essere ancora raggiunto?
"Penso sia ancora raggiungibile, sicuramente. Normale che, oltre che come addetto ai lavori, da tifoso mi aspetti il massimo. Per gran parte del campionato la squadra è stata prima, poi c'è stato un momento negativo a inizio 2016 che ha complicato un po' le cose. Ci sono altre squadre forti e non è stato facile per l'allenatore assemblare una squadra nuova. Il Mancio sta comunque svolgendo un ottimo lavoro, e sono convinto che la Champions League non sia impossibile. L'Inter c'è sicuramente".

Sezione: Esclusive / Data: Gio 31 marzo 2016 alle 13:55
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
vedi letture
Print