L’Inter contro l’Udinese ha disputato una pessima partita, sbagliando praticamente tutto. Dall’approccio, nonostante il gol iniziale di Barella, ai momenti salienti del match, per una chiusura di gara dove ha subito due reti decisive nel finale. Sicuramente Inzaghi ha più di una colpa. Nei cambi e nella gestione della gara. Addossare però solo a lui il motivo degli insuccessi interisti non sarebbe giusto. Si ascolterebbe solo l’umore della piazza: per carità, i tifosi possono pure avere ragione, ma anche sbagliarsi dato che non sono dentro le questioni di tutti i giorni. Col mister perfetto capro espiatorio. Così però si darebbe una scusante a tutte le altre componenti, dimenticando che in un club non si deve ragionare con l’io, ma col noi. E questo è un discorso che vale per tutti.

La proprietà, lo sappiamo tutti, ultimamente non ha deciso per ingenti investimenti in entrata, bensì ha dato mandato di favorire le uscite. Marotta lavora come sempre incessantemente, ma non può fare i miracoli. Il che significa che lui può pure bloccare Dybala, ma se poi non ci sono le condizioni per prendere l’argentino, si può fare poco, anzi, nulla. È anche un peccato che all’Inter non arrivino praticamente mai giovani sconosciuti, pagati un’inezia, che poi si rilevano decisivi, vedi Kalulu al Milan. Non che reputi il francese un fenomeno, ma il fatto di averlo scovato nel Lione B, di aver sborsato per lui appena 500 mila euro e avergli dato fiducia nel momento giusto, denota alle spalle scout competenti e un progetto a lungo termine.

L’Inter ha la Primavera più vincente della storia italiana, questo significa che pure gli 007 nerazzurri sanno il fatto loro. Forse talvolta manca il coraggio di puntare sul talento e non sul profilo affermato. Ci sono poi i calciatori della prima squadra, quelli che l’anno scorso hanno conquistato due trofei (con Inzaghi in panchina), sfiorando una storica tripletta. Alzi la mano chi pensa abbiano reso tutti al 100% in queste prime giornate…Ecco, appunto. La verità è che esistono una serie di problemi, comunque risolvibili per carità, strettamente connessi fra di loro, che fanno capire come ci sia qualcosa che non vada. Se ognuno pensa di fare a modo suo, probabilmente non si andrà lontano. Se invece ci fosse unità di intenti (e non vedo il motivo per cui non debba essere così) la situazione da negativa, potrà tornare più che positiva. Anche perché le stesse persone oggi criticate, hanno dimostrato di sapere il fatto loro. Da qui il mio consiglio non richiesto: zitti e pedalare. Tutti insieme.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 23 settembre 2022 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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