Che fischi ingenerosi, come se negli ultimi anni i tifosi interisti non ne avessero viste di peggiori. Il campo di San Siro era ormai violentato da chiunque ci passasse sopra, soprattutto da squadre stabilmente nei bassifondi della classifica, terra di conquista per Atalanta e Bologna, Cagliari e Udinese, solo per fare degli esempi. Capisco che la disfatta a forma di Zeman abbia lasciato il segno, soprattutto perché sembrava arrivato finalmente il momento di tirare su la testa dopo tante stagioni deludenti, ma fischiare quando stai vincendo, anche se contro una squadra dal nome improponibile, mi sembra veramente controproducente.

Il tifoso paga e ha tutto il diritto, ci mancherebbe, ma non è sicuramente il modo migliore per arrivare a una svolta, soprattutto perché negli ultimi anni si è visto di molto peggio. Quella contro il Cagliari è una partita da cancellare, in cui tutti hanno sbagliato e molto, ma siamo sicuri che 11 contro 11 sarebbe finita così? È solo la prima sconfitta stagionale, la squadra checché ne dicano gli anti-mazzarriani che non vedevano l’ora di tornare a sparare siluri a destra e a sinistra, sembra sulla strada giusta, Cagliari a parte, ma bisogna anche darle un po’ di fiducia, per non affossarla per l’ennesima volta, insieme a WM, che sta diventando il parafulmine preferito per gli attacchi più diversi, senza un minimo di equilibrio. Il 7 a 0 al Sassuolo con tanto di fuochi di artificio forse ha illuso, ma non bisogna neanche farsi condizionare dalle ultime brutte prestazioni. La vittoria sul Qarabag non può cancellare la pesante sconfitta contro il Cagliari, probabilmente non c'è stata nemmeno una prestazione assoluta, ma almeno il risultato è arrivato.

Non voglio mettere in dubbio la gravità della partita persa contro Zeman, ma trovo esagerato tutto il tam-tam mediatico di questi ultimi giorni e, sinceramente, mi è dispiaciuto molto sentire tutti quei fischi a fine primo tempo, anche se quelli indirizzati al mister non erano così roboanti come qualcuno li ha descritti. Critiche, attacchi e fischi per l'allenatore, altro capitolo. Non amerà particolarmente il confronto con la telecamera e non sarà il mago della comunicazione, ma Mazzarri ci sta provando, mettendo anima e corpo in questa squadra e merita fiducia soprattutto in una stagione come questa che potrebbe comunque portare al terzo posto, perché con il Napoli attuale e un Milan altalenante pensare in questi termini non è reato. In campo, invece, non capisco quali possano le sue grandissime colpe se, ad esempio, dopo 20' Nagatomo decide di farsi cacciare in cinque minuti, anche se ovviamente non deve più succedere che la squadra si sciolga come neve al sole.

Oltre al campionato, dove le avversarie non sono così distanti come lo scorso anno, l'Europa League è già in cassaforte con il primo posto ormai al sicuro, dopo sole due giornate, con una vittoria finale che vorrebbe dire Champions League, anche se prima di volare con la fantasia servirà conoscere le squadre che usciranno dai gironi. Identità di gioco, altro capo d'accusa mosso a Mazzarri: da sempre gli esterni hanno avuto un ruolo fondamentale nell'economia del suo gioco, ma al momento due elementi su quattro stanno facendo fatica a essere decisivi e per lui, con un Dodò a mezzo servizio, ora risulta difficoltoso inventarsi la luna, anche se D'Ambrosio appare in crescita. Ci vuole ancora tempo e un po’ di pazienza. Siamo ancora solo all’inizio, ma siamo sicuri che tutti quei fischi siano poi così giusti?

Sezione: Editoriale / Data: Sab 04 ottobre 2014 alle 00:01
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
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