Dopo un pari a Lecce, contro una squadra in crisi nera, non è corretto parlare dell'arbitraggio di Giacomelli. I giornali, ovviamente, puntano il dito contro la direzione scriteriata del fischietto di Trieste che, soprattutto nel primo tempo, ne combina di ogni. Nulla da dire, la cronaca va salvaguardata. E allora tutte le prime pagine e tutti i salotti televisivi pongono in primo piano gli abbagli arbitrali, peraltro tutti a sfavore dell'Inter. Grande risalto viene dato, ad esempio, al gol misteriosamente annullato a Lukaku, che non commette fallo né su Dell'Orco né su Gabriel. E si sa quanto conti in queste partite sbloccare subito il punteggio. Non meno copertine prende il fallaccio di Donati ai danni di Barella, uscito illeso solo per un miracolo. Il rosso per l'ex nerazzurro sarebbe stato sacrosanto e, non a caso, il Var Guida richiama Giacomelli al monitor, ma quest'ultimo non cambia idea nonostante l'evidenza delle immagini. Ci sta non valutare adeguatamente un contatto a velocità normale, ma una volta che ti trovi davanti a fotogrammi cristallini... Stampa scatenata anche sul rigore accordato al Lecce e poi tolto grazie al Var: Sensi non fa nulla, il braccio è attaccato al corpo e il fischio che arriva è tragicomico, anche perché Giacomelli, proprio nel momento del colpo di testa di Babacar, scivola alle spalle di un giocatore interista e fischia 'a sensazione'. Guida tenta nuovamente di salvare la baracca e stavolta il tentativo va a buon fine.

Quindi sì, oggettivamente Inter penalizzata con imbarazzante regolarità nell'1-1 del Via del Mare. Ma bisognerebbe concentrarsi anche sulle mancanze della squadra di Conte. Troppa imprecisione sotto porta nel primo tempo quando, oltre al gol ingiustamente annullato a Lukaku, i nerazzurri avevano creato vari presupposti per passare in vantaggio. Uno su tutti il palo colpito da Brozovic. Poi si sa, tra elementi accantonati causa voci di mercato, infortuni e gente reduce da lunghi stop, nel secondo tempo le energie sono calate, la lucidità è venuta meno e il Lecce – che per l'occasione ha sfoderato un bunker mai visto prima d'ora con Liverani in panchina – ha avuto meno problemi. L'altro peccato capitale è stato quello di farsi raggiungere pochi minuti dopo aver trovato l'inzuccata vincente con Bastoni. Chiaro, un paio di occasioni da rete si possono concedere in Serie A, soprattutto fuori casa. La stessa Juventus quante partite ha portato a casa speculando sul minimo vantaggio? L'ultima quella di domenica sera: gara opaca dei bianconeri, che hanno rischiato grosso contro un Parma privo di Gervinho e poi anche di Inglese. Insomma, le partite non devono essere per forza stravinte con punteggi tennistici.

Ecco, bisognerebbe affrontare maggiormente questi temi. Approfondire le cause di questa frenata inattesa, che fa scivolare i nerazzurri a -4 dalla vetta e potenzialmente al terzo posto (la Lazio, vincendo il recupero contro l'Hellas Verona, sarebbe seconda). E, volendo, si potrebbe anche parlare di un mercato con obiettivi chiari – sia in entrata che in uscita –, ma non ancora raggiunti, che inevitabilmente va a condizionare le scelte di campo in questo mese di gennaio. Per un'analisi completa, quindi, non si guardi solo e soltanto agli episodi arbitrali, seppur gravissimi. Tanto per quello ci sono già i media, che fin da domenica sera sottolineano i numerosi torti subiti dall'Inter. Come dite? Stampa e tv non hanno dato ampio risalto all'arbitraggio indecoroso di Giacomelli? Nessun titolo nei tg? Nessuna intervista ad hoc nel post-partita? Nessuna prima pagina sui giornali? Ah ok, scusate. Fate finta non abbia scritto nulla. Cancellate tutto.

"La televisione condiziona la vita della gente. La televisione è Matrix." (cit.)

Sezione: Editoriale / Data: Mar 21 gennaio 2020 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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