Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima, quindi Hernanes, 29 anni, è un gran giocatore. Nel 2009 il Times lo definì miglior under 23 del mondo. Il brasiliano di Recife ha nel suo repertorio tutti i colpi del fuoriclasse: fantasia, dribbling, cambio di passo, tiro con grande possibilità di realizzazione, precisione di passaggio, discreta corsa. Nonostante le qualità elencate, Hernanes non ha mai convinto del tutto, nemmeno nella Lazio, squadra in cui ha militato dalla stagione 2010-2011 al gennaio 2014, giocando comunque ben 118 partite con 33 reti all'attivo. In biancoceleste ha mancato di continuità, alternando prestazioni di alto livello e in grado di determinare un risultato, a performance senza acuti e che ponevano interrogativi anche su quale fosse la sua reale posizione in campo.
Il Profeta, vecchio pallino di Mazzarri, è stato acquistato dall'Inter nello scorso mercato invernale per ben 20 milioni, una cifra proibitiva per la gestione Thohir, così attenta alle regole del Fair Play Finanziario. È inutile nascondersi, nonostante qualche goal che può essere stato importante per il raggiungimento del quinto posto che ha regalato alla squadra la qualificazione ai playoff di Europa League, l'Hernanes nerazzurro non ha inciso come speravano tecnico, dirigenti e tifosi. Al Mondiale, giocato in casa con un finale di torneo da dimenticare per il suo Brasile, è stato utilizzato da Scolari con il contagocce e il morale non era certo dei migliori alla ripresa della preparazione estiva con la maglia nerazzurra. Ma Hernanes non si è fatto sopraffarre dalla tristezza e ha reagito lanciando il proclama: “Non vedo l'ora di iniziare la stagione, ho voglia di contribuire ad una grande annata per questi colori”.
Parole forti e rassicuranti a cui però non sono seguiti i fatti nelle prime partite disputate, a parte qualche acuto come il gol su punizione che ha chiuso la gara con l'Atalanta lo scorso 24 settembre. Non sono mancate considerazioni negative, specialmente a Roma, sponda biancoceleste. “Lotito gli ha rifilato la bufala e ha incassato 20 milioni”. Ma nel calcio, si sa, basta poco per far girare il vento. 19 ottobre, settima giornata di campionato, al Meazza si gioca una delicatissima Inter-Napoli e il Profeta sale in cattedra, mostrando di aver recuperato un'ottima condizione fisica che nel cosiddetto calcio moderno è imprenscindibile per poi far fruttare il talento. La grande partita di Hernanes contro i partenopei è sfociata nello splendido gol di testa che ha evitato ai nerazzurri quella che sarebbe stata la terza sconfitta consecutiva.
A Cesena, la conferma. Il brasiliano ha giocato con intensità, inventiva, cattiveria, propiziando con uno splendido assist il rigore trasformato da Icardi e meritando quindi un voto alto da parte di tutti gli inviati in terra romagnola. Ragionando in termini di squadra, sembra che la crescita di Hernanes non favorisca al momento quella di Kovacic che, specie a Cesena, recitava da comprimario, come se i due non siano ancora compatibili. Cosa che invece serve come il pane, visto che parliamo di giocatori di qualità, ingrediente che purtroppo non abbonda in quest'Inter. Ma intanto godiamoci il Profeta e raccontiamo anche quello che per molti tifosi possa essere ancora un piccolo segreto della sua resurrezione. Hernanes ha un mental coach che lo segue dai tempi romani, si chiama Sandro Corapi.
Alla viglia del match con il Napoli ha avuto un lungo colloquio con il suo “paziente” e dopo la sfida il fantasista nerazzurro ha scritto sulla pagina facebook dell'amico: “ Grazie Sandro del tuo aiuto. Quello che ho trovato molto interessante è stato come eravamo sintonizzati prima ancora che mi dicessi qualcosa, hai un'energia fantastica”. Hernanes ha anche una grande personalità fuori dal campo. Parla un italiano corretto e cerca di correggere subito il minimo errore. Ieri, vigilia di Inter-Sampdoria, non ha parlato Walter Mazzarri. Ha parlato Hernanes, nel suggestivo scenario dell'Expo Gate, di fronte al Castello Sforzesco. E anche davanti a microfoni, telecamere e taccuini ha dimostrato di essere in gran forma. “C'è stato un cambiamento societario importante, non si torna grandi per magia, dimentichiamo il passato, un pò di pazienza e torneranno i bei tempi”' ha detto in sintesi Hernanes ai tifosi. Poi ha difeso così Mazzarri: “Vedo pochi interisti tra la stampa al seguito, troppe critiche. Ma Thohir comanda ed è vicino a squadra e tecnico”.
Beh, Profeta, sia benedetta questa grinta, continua a mostrarla in campo a partire da questa sera contro la Sampdoria. Ma attento: i giornalisti non devono tifare, devono informare. E te lo dice uno che tifa Inter dalla nascita.
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