La sosta della Serie A si apre, per l'Inter, con un 'arrivederci Appiano mio' dal sapore più acre che dolce. Molto acre, oseremmo dire. L'ultima gara prima di andare in spedizione con le rispettive Nazionali si chiude con un amarissimo e doloroso 3-1 per i padroni di casa della Dacia Arena che mandano in frantumi quel passetto in avanti che la squadra di Inzaghi aveva compiuto nelle ultime due uscite. Due vittorie, di cui una in Champions, che lasciavano sperare in una ripresa. Naturale il rilancio delle aspettative, per tifosi e dirigenza che al contrario hanno dovuto far fronte ad un ennesimo deludente passo falso che ha nuovamente gettato ombre e sfiducia nei confronti di tutto e tutti. Una sfiducia che però non riguarda l'allenatore, come ci tiene a ribadire Javier Zanetti nella giornata di ieri dal palco del Festival dello Sport di Trento, dove senza mezzi termini ha dichiarato: "C'è sempre stata fiducia su Inzaghi, i meriti non sono mai di una sola persona. C'è un gruppo che ha obiettivi ben chiari e andiamo tutti nella stessa direzione". Parole importanti che l'Inter pronuncia attraverso il vice-presidente che risuonano ed echeggiano a mo' di monito che però, fino a questo momento, seppur pronunciato con termini e toni differenti, non ha sortito l'effetto sperato. 

C'è chi vede in Inzaghi il vero responsabile del momento 'no' dell'Inter, una teoria che trova sostentamento nei risultati raccolti sui campi internazionali nell'ultima settimana fatta di amichevoli e Nations League che ha visto eccellere tutti gli interisti, o quasi, scesi in campo. Eccezion fatta per Nicolino Barella, insufficiente per alcuni, costretti però a sottolinearne la solita grande grinta di cui è dotato (che anche ieri ha detto la sua), per gli Inter-Nazionali in giro per il globo non sono mancati gli elogi. Tra i migliori in campo degli uomini di Mancini è stato proprio quel Federico Dimarco che passo dopo passo sta conquistando minutaggio e terreno nell'Italia quanto nell'Inter. Due assist mancati e una serie di giocate piuttosto importanti che hanno regalato all'esterno nerazzurro piogge di elogi e un titolo di 'uomo simbolo' dell'auspicato rinascimento azzurro che pone le fondamenta nel successo di due giorni fa contro gli inglesi. All'ottima gara dell'ex Verona succede una, ormai canonica, perfetta prestazione del solito Lautaro Martinez, uomo simbolo - Messi permettendo - di questa Seleccion, sotto l'egida Scaloni. Ancora un gol per il Toro nerazzurro che apre il match contro l'Honduras e mette tutto in discesa, Mondiale compreso. La testa del diez interista è già a Qatar, dove l'Argentina, diciamola tutta è lì anche e soprattutto grazie alle innumerevoli reti segnate proprio dall'ex Racing che nella strada verso il Qatar ha scavato un solco troppo importante per passare inosservato. Non è un caso che gli abbracci migliori della Pulce sono tutti rivolti al Toro, lo stesso che Lionel avrebbe voluto a Barcellona prima di essere condannato all'esilio parigino. Ma questa è un'altra storia, conclusasi con un 'resto a Milano' già ampiamente discusso e archiviato. A Lautaro e Dimarco, ha fatto da apripista Marcelo Brozovic, perno centrale dell'Inter ma anche e soprattutto della Croazia con la quale l'epic interista ha sciorinato la solita monumentale gara sulla quale c'è poco da argomentare. Brozo, Dimarco, Lauti... ma non solo. Ai sopraccitati si aggiunge quel Denzel Dumfries a inizio stagione dello scorso anno più volte scimmiottato e messo sull'altare delle critiche e che, al contrario dai pronostici, non solo ha reso meno amaro l'addio di Hakimi, ma anche e soprattutto fluidificato il gioco di Inzaghi quanto di Van Gaal. Anche con l'Olanda infatti, l'ex PSV Eindhoven ha fornito un solito fondamentale apporto che, non a caso, ha portato al gol di Gakpo che ha portato al vantaggio oranje, quindi alla vittoria finale per 2-0. 

Insomma una quadro che rende a Inzaghi un non so che di positivo in termini realizzativi che però crea senza dubbio qualche imbarazzo dato dagli inevitabili interrogativi che ne conseguono. L'olandese, che a fine match è stato incalzato sulla situazione del momento della Beneamata, ha parlato di "situazione fastidiosa" che lascia pensare ad un inghippo di ingranaggi impossibile da bypassare. "Vogliamo cambiare le cose il prima possibile. Quindi, sotto questo aspetto, la sosta per le Nazionali è stata un fastidio. Ma magari può risultare utile per schiarirsi di nuovo le idee" ha detto il 3 nerazzurro. Parole che possono suonare al miele quanto preoccupanti: di che fastidio si tratta? Non è dato sapere, quantomeno al momento. Ma che di sicuro lasciano pensare ad un momento spinoso per la squadra ancor più che per chi assiste e che, come ammesso dallo stesso, va risolta. Al più presto e, affidandosi a quanto dichiarato da Zanetti, senza troppi svisionamenti: con Inzaghi in primis, ma tutti nella stessa direzione. Nella speranza, che una volta per tutte, venga intrapresa quella giusta e fruttuosa. La stessa che trova terreno fertile ovunque, fuorché a Milano.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 25 settembre 2022 alle 00:30
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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