Nessuno è perfetto. Figuriamoci le squadre di calcio. Figuriamoci l'Inter che, per mantenersi competitiva, deve comunque cedere ogni stagione qualche pezzo da novanta per le famigerate ragioni finanziarie che conosciamo. E allora non c'è da soprendersi più di tanto se un Sassuolo in stato di grazie dopo le quattro sberle rifilate alla Juventus, sia potuto andare ad espugnare la casa della Beneamata. Il bicchiere nerazzurro rimane ampiamente mezzo pieno sinora in campionato per aver vinto in scioltezza o quasi le prime cinque partite, rifilando quattro e cinque reti a squadre come Fiorentina e Milan. Tradotto: l'Inter 2023/24 è molto forte e si giocherà sino all'ultimo le possibilità di vincere il torneo che, in questa stagione, ha tutta l'aria di continuare all'insegna dell'equilibrio a differenza di quello passato, dominato senza se e senza ma dal Napoli.

Giocando ogni tre giorni con l'ombra dell'infortunio dietro l'angolo, le partite sono spesso e volentieri decise da episodi al netto del comunque importante copione preparato durante le sedute di allenamento. Mercoledì l'Inter ha disputato un buonissimo primo tempo, ma con il grande demerito di aver concluso la prima frazione di gioco segnando una sola rete in relazione ai numerosi palloni che hanno attraversato l'area di rigore del Sassuolo, senza che nessuno in maglia nerazzurra riuscisse a chiudere in modo vincente azioni che erano recitate a memoria. A inizio ripresa l'episodio in negativo, quando non doveva accadere. L'infortunio tecnico di Sommer sul tiro non certo irresistibile di Bajrami ha frenato mentalmente la squadra di Simone Inzaghi, ha caricato ulteriormente quella di Dionisi che tra le sue fila può contare su un fuoriclasse della balistica come Domenico Berardi, tifoso dell'Inter da ragazzo. Ma non certo una volta diventato giocatore professionista, visto che il ventonovenne attaccante calabrese ha realizzato l'ottavo gol su sedici partite disputate contro la sua squadra del cuore. Il bello o il brutto, in questo caso per i colori nerazzurri, del calcio.

Il bicchiere mezzo vuoto di Inter-Sassuolo riguarda l'intepretazione della gara da parte di squadra e mister dopo l'eurogol di Berardi. Mancavano ventisette minuti più recupero alla fine, in un Meazza colmo di settantamila anime che non hanno mai smesso di spingere. Ma invece di riprendersi la scena, l'Inter si è disunita, impaurita, come se non potesse essere messa mai in preventivo una situazione di disagio dopo tante certezze che avevano avuto il loro esaltante epilogo nella finale di Champions, seppur persa di misura contro la corazzata chiamata Manchester City. Questa Inter e il suo bravo allenatore devono, a mio avviso, dimenticare in fretta quel traguardo raggiunto. Il viaggio a Istanbul deve regalare consapevolezza della forza di squadra e società. ma non l'illusione che ora sia diventato tutto facile, perchè così non è.

Questa Inter non è una squadra in grado di “ammazzare” il campionato come i numerosi tendi-trappole volevano fare intendere. Questa Inter è una squadra forte, ben allenata, ma con i difetti che hanno tutte quelle che ambiscono al successo finale. Chi più, chi meno. La differenza la faranno concentrazione, spirito di appartenenza, determinazione e fortuna nei momenti cruciali della stagione, vedi capitolo infortuni. Questa sera si torna in campo. Meno male perchè c'è la possibilità di tornare a gioire, ma attenzione per il clima infuocato che si respirerà all'Arechi di Salerno e per la necessità di non sbagliare le rotazioni rese necessarie dagli impegni ravvicinati. Non dimentichiamo, infatti, che martedì nel Meazza nerazzurro tornerà a suonare la meravigliosa musichetta della Champions in occasione di Inter-Benfica, seconda uscita europea stagionale dopo il sofferto pareggio strappato a San Sebastian.

Questa sera a Salerno il mister non potrà contare su Arnautovic, Cuadrado e Davide Frattesi, problema muscolare per l'ex Sassuolo. In Coppa potrebbe tornare almeno Cuadrado, staremo a vedere. La speranza è che in attacco, chiunque venga schierato, torni a buttarla dentro come successo sino alla trasferta di Empoli, decisa comunque dalla gemma di Dimarco. Questa Inter è forte. Ma solo il campo e non i tendi-trappole diranno se sarà anche la più forte.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 30 settembre 2023 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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