Nello sport è giusto riconoscere i meriti ai propri avversari. Nel lavoro del giornalista si deve sempre cercare un’analisi accurata, la più oggettiva possibile, perché poi chi ci legge prima o poi distinguerà competenza o ricerca del clickbait. Nonostante questo sia un sito tematico, che parla di Inter, io - come tutti i miei colleghi - quando i nerazzurri meritavano ingenti critiche non mi sono tirato indietro. Semplicemente perché è giusto così. Non sono né un eroe, né un figo. Cerco solo di svolgere con cognizione di causa il mio mestiere. Per questo in merito al derby vinto per 3-0 da Lautaro e compagni dico senza problemi che forse il risultato è un po’ troppo largo. Per una qualificazione assolutamente meritata, ma paradossalmente la stracittadina persa in campionato per 1-2 sarebbe potuta finire col punteggio di martedì.

Simone Inzaghi e i suoi ragazzi meritano enormi complimenti per la prestazione e per l’accesso alla finale, su questo zero dubbi. Come sul fatto che limitare tutto all’episodio del gol annullato a Bennacer sia riduttivo e sbagliato. Capisco i tifosi del Milan che sono di parte, ma certi atteggiamenti da chi è dell’ambiente mi lasciano basito. C’è un regolamento che parla chiarissimo. Gli arbitri devono eseguirlo. Ergo: lo so anche io che Handanovic non sarebbe mai arrivato su quella palla, ma se Kalulu è in fuorigioco attivo, come ribadito anche dall’AIA (che ha sottolineato come assegnare la rete non sarebbe stato un errore grave, ma pur sempre di errore si sarebbe trattato) rende consequenziale la scelta di invalidare l’1-2. Come il gol di Perisic in un altro derby di Coppa, quello del 2017, per un offside di Ranocchia. Una dinamica simile che però allora non scatenò tutto il putiferio attuale.

A differenza del rigore concesso alla Fiorentina da Abisso per un fallo di petto di D’Ambrosio: allora Pioli sostenne, nonostante le proteste nerazzurre, che fosse stato corretto assegnare la massima punizione. Per una mano inesistente… Capisco che l’allora mister della Viola, come oggi, faccia il suo interesse, però se escludiamo i compagni di tifo, le immagini parlano chiarissimo. Protestare quando il torto è evidente è doveroso. Farlo con argomentazioni da bar sport mette in ombra anche l’ottimo lavoro svolto. E sinceramente trovo limitante per una squadra come il Milan, che si sta giocando lo Scudetto, che si cerchino scuse inverosimili perché fondamentalmente si è ancora inviperiti per quanto accaduto con lo Spezia.

Quel che è certo è che adesso l’Inter deve continuare sulla strada tracciata. Prendendo forza e fiducia dal 3-0 sui cugini, ma senza sentirsi arrivati. Questo è il punto fondamentale: essere convinti dei propri mezzi è una molla clamorosa per questo finale di stagione, sentirsi già campioni un potenziale boomerang che potrebbe far nascere rimpianti storici. Mourinho, eroe del Triplete, oggi siede sulla panchina della Roma. E giustamente farà di tutto per vincere a San Siro. Una partita complicata, da provare a vincere a tutti costi. Per continuare a coltivare quel sogno di un nuovo Triplete italiano, che dopo più di una decade, sarebbe comunque un qualcosa di storico.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 22 aprile 2022 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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