"Questa stagione è in chiaroscuro: siamo negli ottavi di Champions League e in semifinale di Coppa Italia, ma l'obiettivo più ambito è lo scudetto". Beppe Marotta non ha utilizzato troppi giri di parole e nella sua analisi ai microfoni di Sky, il giorno dopo il ko di Bologna, c'è tutta la delusione e tutta la responsabilità per un momento indecifrabile.

L'Inter continua ad essere estremamente altalenante e vittima di un curioso caso di bipolarismo: forte con le forti e debole con le deboli, se così possiamo ridurre in modo sommario il cammino del 2023. Batte il Napoli e poi pareggia a Monza; schianta il Milan in Supercoppa e poi cade con l'Empoli; vince senza troppi assilli il derby di campionato e poi perde punti con la Samp; supera meritatamente il Porto e poi frana a Bologna. Inspiegabile.

E allora sono assai condivisibili le parole dell'a.d. Sport nerazzurro: ok le coppe, ma il cammino in campionato è troppo deficitario per far finta di nulla. E a niente serve constatare che tutte le big - Napoli a parte - stanno deludendo. Non a caso i nerazzurri, nonostante ben 7 sconfitte (5 delle quali arrivate già prima del Mondiale), si trovano al secondo posto: il dato restituisce il livello infimo dell'attuale Serie A. E però, come detto, in ottica Inter non cambia nulla: bisogna fare di più e meglio. Molto meglio.

Ci arrivano in aiuto le parole esplicative di Lautaro nel post-gara del Dall'Ara: "Così non andiamo da nessuna parte". Altro che mollare perché tanto ormai il Napoli è a distanza siderale: va salvaguardato il piazzamento Champions per non trasformare una stagione da deludente a catastrofica. Al netto delle coppe, che saranno pure affascinanti, attrattive e importanti per l'immagine del club, il target di quest'Inter è e deve essere lo scudetto. Doverci rinunciare già a febbraio, e non solo per (enormi) meriti altrui, ha tutto il sapore del fallimento.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 28 febbraio 2023 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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