Essere o non essere. Il dubbio esiste dalla notte dei tempi per l'uomo e sembra ben poca cosa se traslato alle vicende di un calciomercato qualsiasi. Eppure, per molti, Mancini vale Amleto. Che fare di quest'Inter? Dopo la cessione di Kovacic, arrivata pochi giorni dopo quella di Shaqiri, è chiaro che ci si aspetta dagli ultimi giorni di mercato quei due, tre o addirittura quattro colpi che sistemerebbero la rosa nerazzurra. Al netto delle cessioni ancora da perfezionare, ovviamente. Ma il grosso in uscita è stato fatto, perché non è lecito aspettarsi chissà quale guadagno dagli esuberi.

Parliamoci chiaro: l'Inter ricca e golosa di qualche anno fa avrebbe tenuto sia lo svizzero che il croato, aggiungendo a loro quello che serve. L'Inter attuale, tra debiti da ripianare e FPF da accontentare, non può accumulare troppi gingilli sul proprio comodino. E allora, in tal senso, ben venga l'addio di due elementi – di fatto – considerati un surplus. A patto, però, che l'organico venga rinforzato con giocatori seri e di spessore, sia a livello di qualità che di personalità.

Il calcio d'estate sa essere effimero e bugiardo. I tifosi nerazzurri sperano che il discorso stavolta si ribalti in favore, visto il precampionato alquanto deludente della truppa interista. Per anni le illusioni agostane venivano sconfessate al momento della verifica ufficiale, quindi stavolta il percorso potrebbe essere felice all'opposto. Speranze, appunto. Resta negli occhi, fuor di dubbio, la sensazione che manchi ancora tanto, tantissimo per rivedere una squadra competitiva per il titolo nazionale. E' evidente la mancanza di geometria efficace in mezzo al campo e di imprevedibilità in attacco. E farebbe comodo pure un terzino sinistro dal piede... sinistro.

Siamo sempre lì. La preoccupazione c'è, inutile nascondersi. La preoccupazione che ci si avvii ancora verso l'ennesima annata balorda. D'accordo, le amichevoli non fanno testo o quasi. E da queste pagine abbiamo spesso ridicolizzato chi parla di crisi già in estate solo per dei test dal risultato sfavorevole. Ma è altrettanto vero che spesso l'ambiente può risentire dei malumori generali, quindi anche di stampa e tifosi. E il clima che adesso si respira attorno all'Inter comincia a diventare seriamente pesante. Lo si è notato anche nell'amichevole con l'AEK Atene, l'ultima tappa prima del campionato. Un'Inter intorpidita, fiacca, quasi senza idee. Mancini, che sa di calcio, non potrà non essere in allerta.

E ora che il dente è stato tolto, ora che Kovacic è volato via verso Madrid, sarà il caso di concretizzare le idee e mettere a disposizione dell'allenatore quanto richiesto. Poi starà a lui farsi valere, senza alibi di sorta. Perché fin qui gli esperimenti non hanno convinto nessuno e si percepisce una gran confusione tra partenze, arrivi e permanenze. La girandola Santon-D'Ambrosio-Montoya-Nagatomo, per dire, ha lasciato perplessi non soltanto i tifosi. E ancora non è chiaro se sarà confermato obtorto collo il rombo di centrocampo oppure se si svolterà, esattamente come auspicato dal Mancio all'alba del mercato, verso il 4-3-3/4-2-3-1.

Essere o non essere. Il limbo resta il rischio maggiore.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 18 agosto 2015 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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