Sbagliando s'impara. Magari le batoste con Milan e Schalke 04 non saranno dovute solo a squilibri ed errori tattici, ma l'evidenza non può e non deve essere negata. Quelle due partite, parliamoci chiaro, sono state toppate senza ombra di dubbio. Poi, nel calcio, vale tutto: Lucio non si regala a nessuno, le tante occasioni fallite a inizio ripresa contro lo Schalke all'andata, le espulsioni esagerate di Chivu, il gol preso dopo 45 secondi nel derby, l'arbitraggio cervellotico di Rizzoli e Atkinson. Vale tutto. Ma non possiamo esagerare.

La risposta, più che da me, è arrivata da Leonardo in persona. In particolare, è giunta nella sfida di Coppa Italia con la Roma. In un Olimpico semivuoto, il tecnico brasiliano, ravvedendosi, ha messo in campo una formazione logica, senza fronzoli e con tanta sostanza. Una sorta di 4-4-1-1, con Pandev esterno di fatica e Sneijder a supporto dell'unica punta Milito. Zanetti uomo ovunque, a copertura parziale di Maicon. Insomma, una rivisitazione oculata del 4-2-3-1. E la mossa ha funzionato, tanto che la Roma, seppur non in un momento felice, non ha praticamente mai impegnato Julio Cesar (ad eccezione di quella palla gol assurda divorata da Vucinic).

Con un paio di semplici mosse, Leonardo ha messo in pratica la sua proverbiale intelligenza, non solo filosofica. Che debba fare esperienza è indubbio, e lui è il primo ad ammetterlo. Ma adesso tutti quanti sappiamo che è un uomo in grado di rimediare ai propri errori, come solo i grandi sanno fare. Se rimarrà o meno sulla panchina interista anche il prossimo anno è presto per dirlo. Intanto c'è un campionato da terminare e una Coppa Italia da vincere. E Leo può tranquillamente essere l'allenatore giusto. Lo spogliatoio appare unito (nonostante le maldicenze) e la società non arretra di un centimetro. Speriamo sia la scelta giusta, per ora e per il futuro.

In fondo, sbagliando s'impara.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 23 aprile 2011 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni
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