E ora? Chi vuole parlare ora? Dove sono finiti quelli che dicevano che l'Inter sarebbe andata in Serie B? Ciclo finito, giocatori bolliti, società colpevole: si può andare avanti all'infinito. A inizio stagione le cose non andavano bene, è vero. Anzi, andavano malissimo. Però bisognava avere fiducia, bisogna saper cogliere i segnali positivi. Parole, parole, parole. Ne sono state dette tante, ma solo e sempre critiche, mai nessuno che provava ad analizzare bene la situazione, a dire cosa sarebbe servito. Ci ha pensato Claudio Ranieri, ed è quello che conta. Tinkerman, lo chiamano. E fanno bene, perché Ranieri è arrivato e piano piano ha cambiato tutto. Non è un mago, serviva tempo: il tempo ora è arrivato. Vittorie contro Siena, Fiorentina, Cesena, Genoa, Parma e Lecce. Sì, ma sono squadre piccole, dicevano. Anche il Milan è una provinciale adesso? A me risulta che siano i campioni in carica, a voi non so. A me risulta che da loro giocassero Ibra, Boateng e Thiago Silva. Una corazzata, una squadra molto forte: è vero, e l'abbiamo battuta.

L'abbiamo battuta nell'unico modo in cui potevamo batterla. E' stato questo il capolavoro di Ranieri, che con umiltà, cuore e sacrificio ha costruito la sua Inter più bella. Non la più spettacolare, non quella che fa possesso palla, non quella che gioca tanto per deliziare il pubblico. Solo la più bella, perché fa emozionare, fa stare col fiato sospeso, col cuore in mano, lotta, combatte, si arrocca in difesa e non lascia spazio agli avversari. Ora non voglio sentire i soliti amanti del bel "giuoco" che accusano l'Inter di essersi solo difesa. Ma sì, posso anche sentirli, ma li ignorerò come al solito. Perché se vogliamo stare qui a fare i pignoli, anche il Milan l'anno scorso (0-1 Ibrahimovic) aveva vinto così. E noi così, lottando e combattendo coi denti, abbiamo vinto una Champions.

No, non parliamo di triplete, non parliamo di sogni passati che non torneranno. Pensiamo al presente, pensiamo agli sfottò degli avversari, pensiamo a quello che succedeva pochi mesi fa. E ora realizziamo il fatto di aver vinto il derby, contro di loro, contro chi godeva nel vederci nei bassifondi di classifica. Ora devono solo stare zitti. Come devono stare zitti i tifosi che senza andare mai allo stadio accusavano giocatori, allenatore, presidente, Branca, società, staff medico. Ora l'Inter costruita da Branca, gestita da Moratti, perfettamente allenata da Ranieri e (tocchiamo ferro) senza infortuni ha battuto il Milan, regalando una gioia immensa a tutti i tifosi nerazzurri.

E poi ci sono i giocatori. Ultimi, ma non meno importanti. Perché l'impresa è merito loro. Merito di quei giocatori che sono stati bravi a rimanere calmi nei momenti difficili e che ora dovranno essere altrettanto bravi a rimanere coi piedi per terra. I "vecchi" che dovevano ritirarsi, ora sono gli eroi. Milito decisivo, Zanetti immenso, Samuel insuperabile, Lucio annulla Ibra, Cambiasso indispensabile, Maicon il solito colosso, Chivu entra e fa benissimo. E poi Thiago Motta, che oltre alla partita da stropicciarsi gli occhi, in cui gioca anche da difensore aggiunto, vede annullarsi un gol regolare. Ecco, ci hanno pure annullato un gol, ma abbiamo vinto lo stesso. Doppiamente zitti, godiamo due volte. Ora non pensiamo allo Scudetto, pensiamo alla Lazio: è giusto così. Nessuno tocchi il 4-4-2 e non facciamoci "ingannare" da questa partita. Il mercato va comunque fatto, perché contro il Milan solo Stankovic era infortunato: purtroppo non sarà sempre così. E ora Moratti regalaci pure Carlitos, per puntare sempre più in alto. Contro il Milan abbiamo visto Fort'Apache, ora vogliamo anche l'Apache. Per zittire tutti ancora una volta, anche quelli che dicono che vuole solo il Milan. Ovvero, da ieri sera, la seconda squadra di Milano. L'unica, che è andata in B. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 16 gennaio 2012 alle 00:01
Autore: Guglielmo Cannavale
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