Negli ultimi giorni l’Inter ha ceduto Nicola Zalewski e Kristjan Asllani, il polacco in via definitiva, l’albanese in prestito con diritto di riscatto in favore del Torino, con la speranza – diciamocela tutta – che il ragazzo non torni più a vestire la maglia nerazzurra. Il 99,99% degli interisti è felici di queste due cessioni. La prima, a 17 milioni, ti assicura una plusvalenza immediata, la seconda ti permette di liberarti di un esubero. Io però, senza voler fare il sapientone di turno, ci mancherebbe, non credo che i nerazzurri debbano esultare, anzi. Penso che quanto successo debba anzi far riflettere un po' tutti.

Parto da voi, dai tifosi, perché resto sempre esterrefatto quanto capisco che siete contenti quando la vostra squadra – a livello ipotetico – ha fatto un buon affare a livello economico. Ma a voi che ve ne frega se si incassano 10, 20, 50 o 100 milioni? Esiste forse lo scudetto del bilancio? Se la questione viene affrontata come un: “Cediamo A, così prendiamo B”, allora va bene. Idem se pensate alla sostenibilità della società che sostenete, tutto giusto. Pure lodevole. Sono d’accordo. Ma se invece vi fa “godere” il pensiero dell’affare in sé, resto basito. Perché non è che voi ci guadagnate qualcosa. Zalewski e Asllani sono tutt’oggi due giovani calciatori che potranno avere una carriera più che brillante (e che tanto per dire, hanno pure giocato la finalissima di Champions League con l’Inter). A volte ci sono delle trattative che devi chiudere per forza, semplicemente perché ti conviene.

È il caso dell’ex Roma, prelevato a 6 e rivenduto quasi al triplo, tanto che addirittura alcuni detrattori nerazzurri e tifosi col microfono hanno gridato allo scandalo per l’accordo trovato con l’Atalanta. La verità però è che se Nicola dimostrerà quanto di buono di dice su di lui con continuità, tra un anno varrà anche il doppio. Certo, serviranno testa e risultati, ma parliamo pur sempre di un ventitreenne che può solo migliorare.

Un discorso simile, anche per la stessa età, va fatto per Asllani. Nessuno dice che sia Calhanoglu o Brozovic, ma Calhanoglu e Brozovic a ventitré anni erano gli stessi che si sono presi sulle spalle il centrocampo dell’Inter? La risposta è no. Il peccato di Asllani è di essere stato solo troppo educato e che nessuno l’abbia difeso pubblicamente dopo essersi preso un calcione di Morata nella Supercoppa vinta poi dal Milan. Cioè che la frustrazione degli interisti – capibile – per la sconfitta contro i rossoneri, in rimonta tra l’altro, non abbia tenuto conto di un fallo pure da giallo dello spagnolo non sanzionato da Sozza in un episodio decisivo della gara (tra l’altro è uno dei tanti errori arbitrali che sono costati tantissimo all’Inter di Simone Inzaghi di cui non si parla mai).

Dopo quella partita, se andiamo a vedere le prestazioni del calciatore, Asllani è pure stato il migliore in campo in svariate occasioni, vedi Inter-Hellas e Torino-Inter, proprio quando lui e Zalewski avevano preso per mano la squadra conducendola ai tre punti finali. Ma siccome ormai le critiche su questo e quel giocatore erano passate in cavalleria, trovando il capro espiatorio di turno, tutto poteva essere concesso. Anche fosse diventato Messi ci sarebbe stato da ridire.

Sapete che Agoumé potrebbe essere venduto a 40 milioni? Il tutto dopo nemmeno un anno da quando Inter e Siviglia avevano discusso al centesimo ogni centimetro del suo cartellino. E sì, parliamo di quell’Agoumé che non aveva lasciato traccia nello Spezia e che era ritornato al Troyes per trovare minutaggio. Ovvio che io avrei ceduto Agoumé, attenzione. Ma tacciare un giocatore di essere un bidone ha sempre il rischio boomerang. L’Inter non è per tutti, siamo d’accordo. Non solo devi essere fortissimo con i piedi, ma serve anche una certa mentalità e pure due attributi quadrati per non farsi risucchiare dalle spirali negative se non rendi subito come dovresti. Ma se tu hai un talento, devi coccolartelo e crederci sino in fondo.

Non serve a niente insultarlo e credersi più forti di lui, perché non è così. Né io, né voi, purtroppo, fino a prova contraria giocheremo la finale del Mondiale. Ecco perché servono le critiche costruttive, quelle sì. Non lo sputare veleno con le parole così tanto per. Anche perché tra qualche anno vedremo davvero il livello di Zalewski e Asllani. E allora potremmo dire chi aveva ragione.

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Sezione: Editoriale / Data: Ven 22 agosto 2025 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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