Niente paura. In questo momento, considerando tutto ciò che si sta svolgendo in questi giorni, il tifoso interista non ha motivo di preoccuparsi per il futuro della propria squadra. Katherine Ralph e Alejandro Cano, incaricati da Oaktree di occuparsi della gestione dell'Inter, si stanno muovendo in modo opportuno, intelligente, rassicurante e senza troppi clamori, con un pizzico di autocompiacimento per aver contribuito, dal prestito del 2021, ai successi del gruppo guidato da Simone Inzaghi.

Lo stesso Inzaghi che ieri ha incontrato i manager con i quali avrà a che fare a tempo indeterminato, un meeting sereno, per stringersi la mano e parlare in linea di massima di buone intenzioni e di strategie da adottare ma soprattutto per evidenziare quanto la nuova proprietà apprezzi il lavoro svolto finora dal Demone di Piacenza, soprannome che probabilmente oggi ignorano ma sentiranno spesso durante i loro soggiorni in Italia. Oaktree ha diversi impegni in agenda, a partire dal dossier stadio che inevitabilmente rappresenta una priorità per il fondo. Poi via agli incontri istituzionali con i vertici della politica lombarda, milanese e del calcio, perché presentarsi con le modalità corrette rientra nel galateo calcistico. Che poi alle buone intenzioni seguano anche i fatti concreti, lo sapremo rimanendo in attesa degli eventi ma le rassicurazioni manifestate da Beppe Marotta a più riprese sono piuttosto convincenti.

A latere, un pensiero per Steven Zhang, che con quella lettera emozionante pubblicata su Instagram ha ribadito, se ce ne fosse bisogno, quanto si fosse legato in questi anni ai colori nerazzurri e quanto sentisse sulle proprie spalle la responsabilità di mantenere le promesse, al punto da indebitarsi pesantemente e personalmente e da provarci ancora, salvo poi perdere questa mano a poker. Anche i sassi sapevano che questa gestione era spericolata e alla fine i nodi sarebbero venuti al pettine, forse non in modo così rapido e traumatico. Ma tant'è. Steven ha riportato l'Inter dove merita, e tralasciando le dinamiche finanziarie che alla lunga gli si sono ritorte conto, gliene va dato atto.

Viene da chiedersi come avrebbe gestito, se ne avesse avuto ancora la facoltà, la questione Lautaro. Che giorno dopo giorno sta diventando pruriginosa. Le cifre che circolano sono francamente fuori dal mondo e soprattutto incarnano un controsenso: se davvero l'agente Alejandro Camano, come ribadito più volte, considera fondamentale per l'attaccante il progetto sportivo più dei soldi, perché chiedere uno stipendio talmente fuori parametro che influirebbe inevitabilmente sulle finanze della società, costringendo il management a rinunce che ricadrebbero sul valore della rosa? In secondo luogo: giusto che un professionista miri alla massima retribuzione, ma senza paragoni con altri colleghi. Lautaro è stato eccezionale in questo campionato, ma Haaland, Mbappé, Lewandowski, Kane e compagnia cantante fanno la differenza da anni in Champions League, dove il Toro finora, pur segnando su campi nobili, ha fatto una certa fatica a timbrare il cartellino. Ergo, aspettarsi uno stipendio simile è fuori luogo in questo momento. 

La sensazione è che la quadra alla fine verrà trovata, perché Lautaro non ha davvero interesse o motivo di rompere con l'ambiente e, altro lato della medaglia, rappresenta più di un attaccante per l'Inter. Capitano, simbolo, leader dello spogliatoio, personalità difficile da trovare in giro. In Viale della Liberazione lo sanno e non hanno intenzione di perderlo, a meno che non sia lui a chiederlo, direttamente o tramite aspettative inconciliabili con le finanze del club (ma si esponga prima possibile, che la shitstorm avanza...). E anche i tifosi dovrebbero sperare che le parti si stringano la mano, senza emettere giudizi tranchant che cancellano in un amen l'impronta di Lautaro su questo ciclo nerazzurro. Dire: "Ho visto partire il Fenomeno, figuriamoci lui" è un grido di rassegnazione che non ci si deve concedere. Perché Martinez non sarà mai come l'unico, vero Ronaldo. Ma questo non significa che non sia importante per questa Inter. Se poi la volontà è fare nuove esperienze più remunerative, grazie di tutto e quella è la porta.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 29 maggio 2024 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
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