Chi pensava che, causa sorteggio infame, il giovedì fosse stata una pessima giornata per l'Inter forse non immaginava neanche lontanamente cosa sarebbe accaduto il giorno dopo. La squadra, incassate le rivali in Champions tra preoccupazione e spirito battagliero, si è presentata all'Olimpico contro la Lazio per replicare, in molti aspetti, la prestazione della scorsa stagione. Stavolta senza neanche la giustificazione dell'antisportività di Felipe Anderson. Già, proprio quel giocatore che alza decisamente il proprio livello quando vede il nerazzurro, tendenza che gli anni in Premier League non hanno cambiato. E proprio come lo scorso campionato, arriva in casa della Lazio la prima sconfitta dell'Inter di Simone Inzaghi in campionato. Stesso risultato, stesse sensazioni antipatiche di incompletezza, di aver mostrato le proprie fragilità a un contesto che continua, probabilmente scaramanticamente, a indicare i nerazzurri come favoriti per la vittoria finale.

Invece c'è ancora tanto da lavorare, perché le gambe non girano a dovere e di fronte a un avversario più dotato rispetto allo Spezia il trucco è stato svelato. La squadra oggi dipende ahilei molto da Lukaku, perché seppur l'ottimo Lautaro fa sempre la sua parte, quando non gira il belga sotto porta i problemi emergono e la manovra offensiva si blocca sul più bello. Ieri prestazione insufficiente per Big Rom, lo specchio della squadra che paradossalmente, prima di crollare, ha persino sfiorato il vantaggio con Dumfries. Poi, come spesso accade, arriva il jolly pescato da Luis Alberto che restituisce alla Lazio un vantaggio quasi sorprendente, con un pizzico di fortuna. Ma già in quel momento l'Inter aveva interrotto la sua fase di spinta, i cambi non avevano sortito gli effetti sperati e la gara era tornata sui binari dell'equilibrio, quando gli ospiti avrebbero dovuto insistere di fronte a un avversario barcollante e stordito dal pareggio.

Siamo solo alla terza giornata, per i processi c'è tempo e non è detto che servano, ci mancherebbe. Però è giusto non sottovalutare questo campanello d'allarme proprio all'ingresso di una galleria piena di partite ogni tre giorni. Inzaghi, che stavolta è stato battuto a scacchi da Sarri, ha sicuramente preso nota dei difetti della propria squadra e già domani inizierà a lavorarci (inaccettabili i blackout difensivi visti ieri, bocciate le sostituzioni del tecnico a gara in corso), però la vera urgenza è far girare meglio le gambe di chi ancora non è neanche lontanamente al massimo, e sono molti. Testa dunque subito a martedì, quando al Meazza, ovviamente stracolmo, si presenterà una Cremonese che, pur con parecchi limiti, ha mostrato un'idea di calcio interessante. Le grandi squadre si vedono dal modo in cui reagiscono alle cadute e la scorsa stagione le tre sberle dell'Olimpico furono salutari: attendiamo fiduciosi una reazione degna dell'Inter.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 27 agosto 2022 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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