Ormai nel calcio i sentimenti non esistono più. Quasi inutile sperare nel contrario e che i giocatori antepongano l'amore verso la maglia rispetto ai propri interessi. E lo dico con tanto dispiacere, perché sono veramente rarissime le circostanze in cui i professionisti rinunciano al denaro per sposare un determinato progetto e continuare essere i beniamini del proprio pubblico (penso, per esempio, a Jamie Vardy: no all'Arsenal per rimanere al Leicester).

Restando però in casa Inter, inevitabile il riferimento a Mauro Icardi, la cui situazione si sta gradualmente delineando con la società che, rispetto a qualche settimana, sta ora aprendo circa la possibilità di adeguare il contratto. Credo che in ogni caso tutte le parti in causa non faranno una figura da copertina. Chi per un motivo, chi per un altro. E indipendentemente dall'epilogo di questa trattativa.

La società, attraverso le parole di Piero Ausilio (ds che giudico estremamente capace e il cui lavoro, ottimo, risulta evidente), ha al contempo considerato il classe '93 di Rosario incedibile, senza però aprire al rinnovo. Primo aspetto che si sta rivelando tale, al contrario, come detto, del secondo. Ovviamente i dirigenti si sono trovati spiazzati dal modo di agire della moglie-manager Wanda Nara, che a suon di virgolettati e tweet poco eleganti ha rivendicato quella che considera una promessa strappata un anno fa, ma se le cose dovessero andare in questa direzione, beh... che dire. Avrebbe semplicemente ottenuto ciò che ha sempre voluto.

In tutto questo, come ne uscirà la figura del capitano interista? Prendo come spunto le parole (assolutamente condivisibili) di Gianfelice Facchetti, che senza problemi ha attaccato il giocatore, ponendo l'accento sulla fascia che dovrebbe ricoprirlo di tante responsabilità. Sono d'accordo con lui, ma c'è un piccolo-grande aspetto che vorrei sottolineare. MI9 è un professionista serio, e collegandomi al discorso accennato in apertura, fa benissimo a curare i propri interessi e a puntare al massimo. In campo come nei contratti. Ma dovrebbe assolutamente evitare una cosa: il 'finto' amore nei confronti dei colori nerazzurri.

Tutti sanno come sono andate le cose (e se qualcuno lo ha dimenticato provo a rinfrescargli la memoria): il messaggio del calciatore nei confronti del club è stato netto: "Senza un nuovo contratto, meglio cambiare squadra. Rinnovo tra qualche mese? No, assolutamente. I patti sono patti, voglio l'adeguamento immediato". Un concetto in chiaro contrasto con il tweet di qualche ora fa ("Neri come la notte, azzurri come il cielo e d'oro come le stelle. Pazza Inter, pazza come me"). Ma come? Che strani 'sbalzi di umore'...

Attenzione, la mia non è una critica al suo comportamento per strappare un contratto migliore (questo sia chiaro, fa parte del gioco e ogni professionista può e, in certi casi, deve pretendere tanto), bensì al suo presunto attaccamento alla maglia. Credo che Maurito stia cercando di creare un personaggio a mo' di bandiera, amante dei colori nerazzurri e innamorato pazzo di questo club. Ma suvvìa, non scherziamo.

In conclusione, caro Mauro, dico questo: fai benissimo a voler più soldi e a mettere alle strette la società, ma per favore. Evitiamo certe dichiarazioni, questi tweet falsi e comportamenti da attore come i tuoi ultimi. Le bandiere e i calciatori veramente attaccati a questo club sono altri, e così facendo il rischio di irritare gente come Javier Zanetti, Ivan Cordoba e Marco Materazzi (solo per fare qualche esempio) è molto alto. Ok quindi il professionista, certamente di meno alcuni tuoi atteggiamenti. E i tifosi dell'Inter non sono certamente stupidi.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 04 agosto 2016 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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