Fare chiarezza su quanto stia succedendo veramente in casa Inter. Sapere è un diritto dei milioni di tifosi nerazzurri che leggono, sentono e giustamente, si preoccupano. È chiaro che la crisi finanziaria ed economica scatenata dalla pandemia abbia stretto d'assedio tutto il mondo del calcio e in special modo i club più ricchi e blasonati che, di punto in bianco, hanno subito una contrazione drastica del loro fatturati per mancati introiti causati da mancati pagamenti da parte degli sponsor e dalla mancanza del pubblico allo stadio.
Tutti sono in sofferenza, nessuno escluso. Ma noi parliamo di Inter e quello che succede nella galassia nerazzurra ci interessa particolarmente. “L'Inter ha una proprietà solida!", ha detto l'amministratore delegato del club Giuseppe Marotta nella classifica intervista televisiva che ha preceduto la sfida di domenica scorsa contro la Roma. Nessun dubbio su questo, il colosso Suning che dal 2016 detiene le quote di maggioranza è una struttura reale e non immaginaria che, sinora, pur rispettando in maniera assolutamente meritoria i paletti imposti dal Financial Fair Play, ha comunque investito moltissimi soldi per la ristrutturazione della società e per la crescita della competitività della squadra. Ma sappiamo anche che la cinese Suning opera in una economia dipendente dal potere politico e se da Pechino arrivano determinati imput, Nanchino si deve adeguare.
Lo scorso 2 gennaio l'Inter ha emesso un comunicato per smentire le voci che vorrebbero il club in vendita. Bene, ma con il passare dei giorni il tam tam sulla difficoltà nel pagare gli stipendi, che si unisce alla necessità di non poter operare sul mercato, non può essere snobbato senza che la proprietà non dica forte qualcosa che faccia chiarezza. Non che rassicuri, perché non c'è nulla di grave su cui rassicurare. Però sarebbe opportuno che una grande proprietà come Suning chiarisca al grande popolo nerazzurro su determinate dinamiche che, altrimenti, sarebbero facilmente strumentalizzabili da chi da sempre prova un certo piacere nello sparlare dell'Inter.
Detto questo c'è il campo e un campionato che vede la Beneamata protagonista, anche se i tabellini dicono che sia arrivato un solo punto nelle ultime due gare. Probabilmente le migliori disputate finora. Paradosso e bellezza del calcio che non sarà mai una scienza esatta. I 25 minuti disputati nel secondo tempo di Roma sono il manifesto del calcio che ha in mente Antonio Conte. Squadra arrembante, azioni veloci, inserimenti degli esterni, attacco che pressa e conclude. Purtroppo, poi, abbiamo assistito anche all'ultimo quarto d'ora di gara quando il tecnico, a mio modestissimo avviso, non ha sbagliato le sostituzioni, ma la tipologia delle stesse.
Parliamoci chiaro, non è vero che la Roma abbia iniziato ad attaccare quando Conte ha operato i contestati cambi. I giallorossi avevano iniziato a spingere almeno 10 minuti prima perché sono forti e l'Inter stava iniziando ad accusare una stanchezza fisica e mentale, su cui bisognerà ancora lavorare per arrivare ad una continuità di prestazione che possa portare allo scudetto. Però è indubbio che non aver inserito giocatori come Sensi/Eriksen e Sanchez, in grado di palleggiare e guadagnare qualche punizione, abbia portato la Roma ancora più a ridosso dell'area di rigore nerazzurra. Cosi come penso che togliere Bip Bip Hakimi, che aveva si sbagliato gli ultimi due passaggi per stanchezza, abbia però permesso al subentrato Bruno Peres di spingere senza preccuparsi di doversi improvvisamente aggrappare sulle spalle del fenomenale veniduenne esterno marocchino.
Quindi ok, Conte ha sbagliato. Ha fatto un errore di valutazione, pensando che Perisic, Gagliardini e Kolarov fossero l'antidoto migliore al tentativo di rimonta della Roma. Ma ricordiamoci anche che i tre in questione non erano passanti chiamati per caso, bensì giocatori che compongono la rosa dell'Inter. Ritengo che una serena e non prevenuta valutazione del lavoro del tecnico, debba considerare quanto la squadra abbia nel complesso fatto vedere in campo e quella porzione di secondo tempo che aveva ribaltato lo svantaggio maturato nel primo, è sicuramente frutto di come l'Inter si alleni in settimana e non delle chiacchiere da social. Purtroppo la squadra continua a incassare troppi gol evitabili, da invertire prima possibile la rotta per ambire a qualcosa di grande.
A partire da oggi in Coppa Italia contro la Fiorentina su un campo ostico da sempre. Ottavi di finale a eliminazione diretta. Possibile derby ai quarti. Le motivazioni non mancano, dunque anche se sarà inevitabile un massiccio turn over in ottica Juventus. Sorpresa: Christian Eriksen giocherà titolare da play basso al posto di Brozovic. Lo ha annunciato Conte che dice di averci lavorato e di aspettarsi grandi cose. Tra l'altro, ruolo bocciato dallo stesso tecnico tempo fa, ma i tempi cambiano e la necessità del presente portano a rivalutare convinzioni del passato.
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