A volte penso che ci sia gente che goda nelle disgrazie dell’Inter. Addetti ai lavori o tifosi tafazzisti che sguazzano nelle difficoltà vere o presunte dei nerazzurri. Siccome però di mestiere faccio il giornalista, e come scrivo sempre, per la nostra categoria l’insulto peggiore è quello di essere tacciati di essere di parte, devo fornire un servizio che possa essere il più competente e oggettivo possibile. Per questo, partendo dall’ultima frase del titolo dell’editoriale, specifico subito che a mio parere Cristiano Ronaldo sia più forte di Lukaku. Il portoghese è uno dei migliori giocatori della storia del calcio, il belga un ottimo attaccante. Ma ad oggi uno viene continuamente incensato. E l’altro subissato dalle critiche.

Vi svelo però una cosa. Non un mio pensiero che conta fino a un certo punto, ma delle mere statistiche che non hanno colore, tifo, né si possono modificare. Il gigante belga in questa prima parte di stagione, vanta 10 presenze tra campionato e Champions League, con 5 reti. Ha giocato 784 minuti e la sua media realizzativa è di una rete ogni 157 primi. L’asso lusitano con la Juventus, tra campionato e coppe, è sceso in campo lo stesso numero di volte del ragazzone di Anversa, bucando la rete avversaria il medesimo numero di volte dell’atleta classe ’93. Ma ha una peggiore media realizzativa. Con i suoi 900 e rotti minuti, Ronaldo segna un gol ogni 180 primi. E se la matematica non è un’opinione ,180 e maggiore di 157. O sbaglio? Però in giro non sento persone rimarcare tali dati. Né titoli che vogliano dare i giusti meriti al pupillo di Conte. Tutt’altro. Ci si chiede se valgano la pena i soldi spesi da Suning per il suo acquisto, perché 65 milioni per una punta che non segna tanto sono troppi. A parte che questo è un discorso limitativo e limitante, perché si valutano le prestazioni di un giocatore, non solo le reti segnate. Ma perché chi sostiene questa deficiente (nel senso latino del termine) tesi non si pone la stessa domanda anche per il fenomeno lusitano, pagato di più e con, in data odierna, una media gol peggiore con la squadra di club rispetto a quella di Romelu? Trovate voi una risposta e agite di conseguenza. Come io non ho problemi a sostenere, e ci mancherebbe pure, che Ronaldo sia la principale medicina del campionato italiano, oltre che uno dei più grandi del calcio in assoluto, tutti quelli che hanno tacciato Lukaku di essere scarso per i (pochi) palloni scagliati in fondo al sacco, dovrebbero quindi avere lo stesso pensiero su CR7. Fa ridere, lo so. Ma se porti avanti una tesi con basi poche solide, è facile pure smontarla.

Cambiamo argomento e passiamo ad un potenziale campioncino. Sebastiano Esposito ha tutte le caratteristiche per intraprendere una carriera di livello. Certo, si deve andare piano, anzi pianissimo. È pur sempre un ragazzo di 17 anni che non ha ancora dimostrato nulla. E qualora dovesse sentirsi già arrivato rischierebbe di buttare via una potenziale vita calcistica da top mondiale. Io credo davvero che si percepisca una potenziale forza quasi illegale se si pensa che tutto quel talento sia stato donato solo ad una persona. Ma quell’arroganza positiva, quella sfacciataggine e quella naturalezza con cui il classe 2002 ha stoppato la palla e ha provato l’elastico al primo pallone toccato in Champions League sono merce rarissima. Per personalità e tecnica. Noi giornalisti dovremo essere bravi a non dipingerlo già come un fenomeno e soprattutto, repetita iuvant, come uno già arrivato. Lui non dovrà montarsi la testa ma lavorare sodo e porsi come obiettivo quello di diventare un giocatore importante, dal quale in futuro si dovrà prendere esempio. E allora Inter e Nazionale avranno trovato un elemento di sicuro affidamento.

Quello che mi sembra essere oggi Marcelo Brozovic. Il croato nel suo ruolo è tra i migliori del mondo. Ormai è una certezza. E i fischi contro il Bologna sono solo un lontano ricordo. Come le critiche – eh sì, anche qui figuriamoci se i giudizi negativi non sarebbero partiti immediatamente – su Barella. Niccolò era partito col freno a mano tirato e subito eccola lì la frase preconfezionata: “Giocatore sopravvalutato, non vale 45 milioni”. Peccato che poi abbia ingranato la sesta e sia ad oggi uno dei migliori, per rendimento della Beneamata. I giudizi vanno pesati. E si deve sempre tenere la stessa linea guida. Quella che oggi mi porta a rinforzare il concetto per cui l’Inter è sicuramente sulla strada giusta. Ma è ancora presto per esaltare una squadra, o bollarne i componenti come bidoni, che è “appena all’inizio di un percorso”.

VIDEO - ALLA SCOPERTA DI... - REINIER JESUS, LE MANI DELL'INTER SUL NUOVO FENOMENO BRASILIANO

Sezione: Editoriale / Data: Ven 25 ottobre 2019 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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