Non aveva ancora finito di rispondere a tutte le domande nella conferenza di presentazione come nuovo giocatore dell'Inter, che già erano partite requisitorie e sondaggi: con le sue frasi, Antonio Cassano ha esagerato? Si sa, lo sport nazionale – più che il calcio – è giudicare senza sapere e dare in pasto agli italiani conformismo e qualunquismo. D'altronde, non potrebbe essere diversamente in un Paese per anni governato dalla Democrazia Cristiana, l'Estremo centro per eccellenza.

L'attacco di Cassano verso Adriano Galliani è stato potente, feroce, senza giri di parole. Il talento di Bari Vecchia ha salvato i suoi ex compagni, in parte Allegri, ma non lui. Non il geometra. Anzi, Fantantonio ha rincarato la dose, prendendo a paragone l'alter-ego di Galliani: Marco Branca. Per la grande maggioranza lo scenario è questo: da una parte l'uomo sempre sorridente in cravatta gialla e ben disposto verso telecamere e taccuini; dall'altra il musone scontroso, poco incline ai rapporti mediatici. Per il numero 99 nerazzurro è diverso: c'è chi è “tutto fumo e solo promesse” e chi "parla chiaro e dice le cose in faccia". Se questo sia un difetto o meno del Dt nerazzurro resta difficile da dire. Certamente si può asserire che né Branca, né Ausilio siano somari, come spesso sono stati fatti passare in questi ultimi mesi.

Perché se è vero che l'Inter ha toppato l'ultimo anno – con errori anche macroscopici –, è anche vero che nessuno fino a due stagioni fa poteva biascicare la benché minima critica. E però, come dice Cassano, c'è chi è più bravo ad accattivarsi le simpatie (eufemismo) di coloro che gravitano attorno al mondo del pallone e chi lo è meno. Molto meno.

Simpatie o no, il giudizio dovrebbe restare quanto più possibile imparziale e non condizionato. O, peggio, condizionabile. Cosa avremmo letto se a farsi 'beccare' dai fotografi con Tevez e Joorabchian fosse stato Branca? Cosa avremmo detto se fosse stato Ausilio a garantire sulla fede e sull'amore verso i colori sociali di Kakà? Cosa avremmo pensato se fosse stato Moratti a promettere la permanenza a vita nell'Inter di Thiago Silva? Epic fail che resteranno negli annali.

Eppure, poi ci sentiamo ripetere ogni minuto che esiste un Re del mercato, capace di compiere operazioni impossibili per chiunque altro, e uno che invece tratta male Muntari o fa fuori Pazzini senza motivo. Ci sentiamo ripetere che esiste uno stile Juventus, quando poi il suo allenatore (da condannato a 10 mesi) va in conferenza stampa e spara a zero su chi l'ha giudicato colpevole solo utilizzando banalità e demagogia, e senza il contraddittorio.  

Come la chiamava Mourinho?

Twitter @Alex_Cavasinni

Sezione: Editoriale / Data: Dom 26 agosto 2012 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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