Ci risiamo!
A due mesi esatti da quel 22 aprile e dal derby che ha consegnato lo scudetto all’Inter, i tifosi nerazzurri, ancora estasiati da una seconda stella vinta in "faccia" ai cugini seguita dai rinnovi di Barella e Lautaro che hanno funto da anestetizzante per il doloroso addio del presidente Steven Zhang, si ritrovano nel bel mezzo di un risveglio tanto traumatico da sembrare un sadico prodotto Kubrickiano degno di un buongiorno del sergente Hartman. A far partire lo stridulo suono che distoglie gli interisti dall’idilliaco e sognante 'viaggio tra le stelle' è la Bild nelle ultime ore della giornata di venerdì: il Bayern Monaco punta Calhanoglu e fa sul serio, c'è già pronto un contratto per il turco.
Fin qui tutto bene (ma non benissimo), se non fosse che con il passare dei minuti sopraggiungono dalla Turchia notizie secondo le quali a dar credito al clamoroso rumor di mercato partito dalla Germania ed echeggiato in tutta Europa è proprio il centrocampista interista che secondo la cronaca turca non avrebbe smentito la trattativa, al contrario l'avrebbe confermata. Una sberla in pieno volto ai tifosi del Biscione che, increduli, si ritrovano sommersi da banner sugli schermi dell'iPhone che notificano la potenziale bomba di mercato.
Ma anche bomba e basta… L’effetto sortito nelle menti dei nerazzurri è difatti quello di una bomba appena esplosa che non ha mietuto vittime, ma di certo tanti feriti: come il Bayern su Calhanoglu? E cosa vorrebbe dire - tra le righe e non - la conferma di Hakan? Esattamente ciò che temete: che la trattativa esiste e che potrebbe andare in porto. L’Inter s’appresta a chiarire che nessuna offerta è ancora mai stata recapitata in quel di Viale della Liberazione, né sembrano esserci state avvisaglie di una richiesta di cessione da parte del giocatore. Ma come spesso ci tiene a sottolineare l’amministratore delegato, oggi anche presidente, dell’Inter Marotta a fare la differenza è sempre e solo il giocatore, unico vero ago di una bilancia che segna il peso delle carriere. E l'ago in questione è al momento in terra tedesca a servizio di Vincenzo Montella con la Nazionale della quale indossa la fascia, con tanto di testa ad un Europeo che Hakan vorrebbe rendere memorabile, tentando il passaggio del turno che dopo il ko col Portogallo è ancora tutto da editare. Europeo ma non solo, a quanto pare...
Una carta a sfavore del club meneghino è anche il luogo in cui il massimo Torneo continentale si sta svolgendo: proprio la 'nemica' Germania che vuole ri-prendersi l'uomo dalle perfette geometrie. Non sarà di certo difficile per i rappresentanti del Bayern avvicinarsi al turco durante la sua permanenza tedesca, e al contrario le due spedizioni tedesche di Marotta e Ausilio oggi sembrano puzzare di un bruciato che fino a qualche ora fa nessuno sentiva. Ma che davvero si vende Calha? L'Inter dice di no: 'l'idolo neroblu' non è sul mercato, è incedibile e non va da nessuna parte... a meno di 60 milioni. E se gli alemanni dovessero alzare la posta, superando le aspettative economiche degli interisti? E se Calha fosse davvero allettato dagli 8 milioni più bonus e spingesse per andare in Baviera? La risposta è piuttosto semplice: plusvalenza e grazie tante. Senza rancori possibilmente. Fattibile? Non lo sappiamo. C'è da rifletterci su, specie perché proprio Hakan, fino a non troppo tempo fa, dichiarava amore eterno alla sua Inter, da lui definita casa, nonché posto dove restare anche in futuro. Due milioni e mezzo in più all'anno bastano a corrompere un sentimento? Probabilmente sì, specie se si tiene conto anche di uno storico che dalle parti della Milano nerazzurra era stato probabilmente obnubilato dal brio che gli sfottò di cui ci si poteva armare avevano assalito i più.
Sorniona e fragorosa la risata scappata sulle bocche dei cugini rossoneri che vedono nella notizia in questione una 'rivincita' dopo lo smacco subito nell'ormai lontano 2021. Una rivincita che però di vittoria non ha nulla: il paragone con l'addio al Milan non potrebbe d'altronde sussistere considerato che l'eventuale addio del turco farebbe confluire nelle casse dei campioni d'Italia una 50ina (o giu di lì) di milioni e non un fuggitivo passaggio in casa del nemico a costo zero. Dunque, sorge quasi spontaneo chiedersi: 50 milioni dovrebbero consolarci? Probabilmente no. Cinquanta milioni, un sentito grazie e arrivederci e un Asllani rafforzato dall'esperienza europea con la sua Albania, probabilmente sì.
Nella speranza che sia l'(eventuale) ultimo silenzioso addio dopo tanti rumorosi 'ti amo', risveglio traumatico alla Full Metal Jacket sì, ma senza alcuna marcia di Topolino.
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