Allarme rosso, paura nera, visi pallidi, umore grigio. Il post-Valencia sembra un arcobaleno di pessimismo, quasi rassegnazione. Sarà l'eredità di due anni balordi, sarà il mercato che stenta a portare in dote gli ultimi tasselli, sarà l'incertezza societaria che si prolunga. Il dato che rimane è quello di un'idea generale di poca credibilità verso l'Inter che sta nascendo. Certo, i 4 gol subiti da un avversario non certo irresistibile come questo Valencia non possono aver fatto piacere a nessuno, ma questo è e resta calcio d'agosto. Nel bene e nel male.

E' calcio d'agosto perché i Galaxy stritolano la Juventus; perché il Chelsea si accontenta di rifilarne 2 al Milan quando avrebbe avuto le occasioni sufficienti per fargliene almeno il triplo (in City-style, per intenderci); perché il Napoli fa faville davanti e acqua dietro. Insomma, keep calm.

In questo periodo, conta tantissimo il carico di lavoro: basti andare indietro di qualche settimana e ricontrollare come avversari di basso livello come Vicenza o Trentino Team avevano comunque dato qualche grattacapo ai nerazzurri. Meglio le amichevoli di una volta con la squadra del quartiere che finivano 15-0? Può darsi, ma i tempi cambiano e ci si adegua. Anche perché le casse ti dicono grazie. E non vale certo la pena sacrificare una preparazione estiva per fare bella figura in quella che resta un'amichevole. La verità sul lavoro di questo periodo arriverà più in là, con i veri test probanti. Soltanto le partite ufficiali potranno dire se le risposte che cerca Mazzarri e il suo staff tecnico saranno quelle sperate.

Nell'attesa dei riscontri concreti, non si può fare a meno però di evidenziare qualche carenza di organico. Anzi, attualmente molto più di qualche.

Per cominciare, manca un esterno destro di valore. Nagatomo lì fatica e si sa, mentre a sinistra è tutto un altro giocatore. Wallace è un ottimo prospetto, ma potrebbe rivelarsi troppo acerbo e potrebbe pure non stare all'Inter per più di un anno. E allora vale sicuramente la pena investire qualche soldo in un altro elemento di spessore, Isla o chi per lui.

Potrebbe essere il caso anche di puntellare l'organico con un altro attaccante. Milito "morde il freno", Belfodil e Icardi cresceranno, ma è evidente che al momento l'unica certezza del reparto è Rodrigo Palacio.

Infine, manca (e parecchio) un centrocampista. Ma non uno qualsiasi: manca proprio un leader là in mezzo che ti svolti la manovra. Uno che corra e, soprattutto, rincorra. Certo, l'assenza di Kovacic sta pesando, ma dei limiti intrinsechi di Guarin e di quelli logici di Cambiasso sappiamo già tutto. E risparmiandoci la pena di girare il coltello nella piaga ricordando i problemi di Mudingayi e quelli di Obi. Ecco: servirebbe qualcuno in grado di prendere in mano la mediana e, all'occorrenza, mascherare anche le pecche dei compagni di reparto. Taider può essere l'uomo giusto? Chissà. La certezza è che non scopriamo certo nulla di nuovo e anche all'Inter lo sanno bene.

Fiducia e rifinire il mercato. Così, magari, anche i colori di quell'arcobaleno - ora così cupo - potranno mutare.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 06 agosto 2013 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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