In questo momento serve davvero molto ottimismo per non farsi prendere dal panico. A una settimana dell'esordio in campionato contro il Monza, che nel Trofeo Berlusconi ha dimostrato di essere già in palla, l'Inter si ritrova ancora senza l'attaccante in grado di fare la differenza, il difensore che dia respiro a Matteo Unbreakable Darmian e con la grana Lazar Samardzic che proprio non ci voleva. Da un paio di giorni si sentiva a distanza una puzza di bruciato parecchio somigliante a quella che accompagnava la trattativa per l'acquisto di Romelu Lukaku. Ieri pomeriggio, dopo l'incontro in sede con il padre agente del talentuoso tedesco con passaporto serbo, il cattivo odore si è fatto sentire ulteriormente. Detto in modo semplice, chi rappresenta Samardzic ha comunicato che l'accordo già raggiunto diversi giorni fa non è soddisfacente e vuole più soldi. Forse perché altrove gli hanno offerto di più, o semplicemente perché pensa che il ragazzo valga una cifra maggiore. Ed ecco che un'operazione già conclusa rischia di saltare, con danno tecnico e di immagine non da poco per la società nerazzurra.

Per inciso, non ci si dovrebbe comportare così. Se c'è un accordo, si rispetta anche se ci si rende conto di aver perso qualcosa. Non c'è il diritto di recesso entro 15 giorni in certi affari, anche se il calcio ne ha vissute di situazioni del genere e non dovremmo neanche più stupirci. Ora palla alla dirigenza, che già sta affrontando seri problemi a causa di un budget limitato per l'acquisto del centravanti. Due opzioni davanti, pillola rossa o pillola blu: rinunciare a Samardzic e perdere un centrocampista potenzialmente fenomenale per non mostrare debolezza; ridiscutere l'accordo concedendo qualcosa di più alla controparte per evitare una beffa clamorosa (soluzione alquanto improbabile). Per il tifoso interista, pur se infastidito, non ci sarebbero dubbi: da settimane Samardzic viene considerato forse il miglior colpo di questa sessione di mercato nerazzurra, per il valore del diretto interessato e per le condizioni economiche favorevoli.

Ma siamo sicuri che in Viale della Liberazione si strapperebbero i capelli se l'operazione saltasse? Dubbio legittimo: non va dimenticato che il budget 'impegnato' in questa trattativa, 15-16 milioni circa, sta influendo pesantemente sull'arrivo dell'attaccante perché inizialmente non previsto (la classica opportunità marottiana). E se sbloccato potrebbe dare maggior margine di movimento per completare il reparto avanzato. Magari trattenendo Stefano Sensi, sperando che per lui questa sia davvero la volta buona. Epilogo che soddisferebbe chi da tempo si chiede che senso abbia spendere per il sesto di centrocampo quando c'è un buco significativo in attacco e poche risorse per colmarlo.

Ipotesi e nulla più in una situazione in cui bisogna fare la conta dei centesimi e al contempo mantenere competitiva la squadra a disposizione di Simone Inzaghi. Il buon senso invita a fare il possibile per portare Samardzic ad Appiano Gentile, senza però farsi ricattare. Con la consapevolezza che per arrivare a una punta decente bisognerà fare i salti mortali. Anche perché a quanto pare neanche vendere per oltre 80 milioni permette agli uomini mercato di lavorare serenamente.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 12 agosto 2023 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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