A Plzen si beve buona birra e si ottengono i primi tre punti per credere che il cammino in Champions League possa continuare. A Udine, domani, cosiddetto lunch- match per capire se questa Inter possa agguantare la testa della classifica in campionato, nonostante critiche, problemi e già due sconfitte sul groppone. Rimanendo in tema, diciamo che l'appetito vien mangiando e dopo la vittoria in terra ceca, sarebbe cosa buona e giusta replicare in terra friulana. Sarà facile? Naturalmente no. Basta guardare la classifica per vedere come l'Udinese preceda i nerazzurri di un punto. La squadra guidata da mister Sottil è forse attualmente la più in forma del torneo, giunto alla settima giornata. L'Udinese corre, pressa, ha entusiasmo e segna. Cliente quindi quanto mai complicato per un'Inter che, invece, sembra non avere ancora il cambio di passo necessario per indirizzare le gare a suo piacimento. E i nerazzurri caleranno alla Dacia Arena ancora privi di Romelu Lukaku a cui si aggiunge Hakan Calhanoglu, anche lui vittima di un problema muscolare.

Fortunatamente, grazie agli innesti frutto del discusso mercato estivo, Simone Inzaghi ha la possibilità di schierare elementi comunque potenziali titolari. La sofferta e certo non brillante vittoria con il Torino ha tenuto la squadra a galla, in Champions non si è smentito il pronostico che vedeva la Benamata prevalere. Domani, dopo aver affrontato l'Udinese nella sua tana, l'Inter saprà forse definitivamente quale ruolo potrà recitare in questa stagione. Al netto dei risultati, quattro vittorie e due sconfitte in campionato, una sconfitta e una vittoria in Champions, chi segue l'Inter sia per passione che per lavoro, vuole capire quale sia veramente veramente l'atmosfera all'interno del gruppo. Non è un mistero che alcuni sguardi dei giocatori in campo non sembrino felici come quelli della scorsa stagione prima del verdetto finale in campionato e anche il mister appare meno rilassato e disposto ad accettare appunti su formazioni e modulo. È anche vero che perdere con Lazio e Milan non può generare allegria o menefreghismo, se così fosse stato sarebbe risultato molto più grave. Certo, che l'aver trascorso una intera sessione di mercato con la spada di damocle della cessione eccellente in nome del bilancio, non abbia favorito l'inizio di stagione in totale serenità. Ma non è vero che all'Inter qualcuno abbia mollato, anzi. Lo dimostra proprio la gara giocata contro il Torino. Brutta, sporca, ma cattiva, soprattutto nella parte finale quando i ragazzi di Simone Inzaghi hanno voluto a tutti i costi buttare dentro quel pallone, scatenando il boato dei settantamila di San Siro. Vincere aiuta a vincere e a... sorridere. È la legge del calcio e dello sport in generale.

Contro l'Udinese, Inzaghi dovrà decidere come sostituire Calhanoglu. Tre le opzioni in ordine di probabilità: Mkhitaryan, Gagliardini e Asllani.L'armeno sembra il sostituto naturale del turco, e quando potrà disporre della migliore condizione fisica, l'ex romanista potrebbe anche essere l'elemento in grado di saltare l'uomo creando superiorità numerica, caratteristica sempre più importante per vincere le partite e che, oggettivamente a questa Inter manca. Scegliendo Gagliardini, si privilegerebbero gerarchie e ricerca di fisicità a centrocampo per contrastare quella dell'Udinese. Ma abbiamo visto che quando l'Inter pensa più a contrastare l'avversario che a imporre la sua superiorità, paga dazio. Senza voler bollare Gagliardini che cerca sempre di onorare la maglia nerazzurra e che nei finali di gara, può essere spesso molto utile.

L'opzione meno probabile, quella che rispone al nome di Asllani, forse sarebbe quella più gradita a gran parte della tifoseria. C'è voglia di vedere all'opera questo ventenne albanese innamorato dell'Inter che ha fatto vedere nella scorsa stagione ad Empoli di avere un piede non banale. Il mister lo vede al momento solo come vice Brozovic e quindi per lui c'è stato scarso minutaggio. Penso che a breve la situazione cambierà, perchè il giocatore è forte. Continua l'alternanza in porta, a cui non credo, anche se finora ha fruttato. A Udine, salvo sorprese, torna Handanovic. Quello ammirato contro il Torino, lascia tranquilli. Parola ora al campo. Domani alla Dacia Arena la possibilità di decollare. Altri scenari non ci interessano.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 17 settembre 2022 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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