"Quando ci si prende una finale di Champions League, è difficile che si possa dire con certezza che una squadra ha meritato più dell’altra di arrivarci. Sarebbe un po’ come pretendere di fare un pronostico sulla finale essendo sicuri di essere nel giusto. Chi alla fine vince ha ragione, e infatti Flick ha fatto i complimenti all’Inter. Che quella sera una cosa in più rispetto al Barcellona l’ha avuta di sicuro e dovrà averla anche in finale: la capacità di restare attaccata alla partita, quasi con rabbia, fino alla fine. Bastava guardarli in faccia, gli interisti". Così parla Ronaldo, intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Il Fenomeno brasiliano si proietta alla finale di Monaco.

Quale faccia le è rimasta più impressa?
"Beh, gli occhi di Acerbi dopo aver segnato...".

Da ex attaccante: scomodo essere marcato da lui?
"Più che altro si vede che lui intuisce prima quello che l’attaccante vuole fare: l’esperienza conta. E in una finale di Champions può contare ancora di più".

Più forte il Barcellona o il Paris Saint Germain?
"Io credo che il Barcellona fosse un’avversaria “ideale” da affrontare per giocarsi qualcosa di così grande. E per ideale intendo fortissima davanti — come l’Inter dietro — ma poco prudente, diciamo così, in fase difensiva, e l’Inter ha giocatori, non solo attaccanti, che non perdonano. In questo senso con il Psg potrebbe essere più dura. Ma Inzaghi lo sa".

I francesi non hanno mai avuto problemi di budget. Sicuramente meno dell’Inter.
"Su questo argomento sono preparato: ogni tanto parlo con Piero Ausilio, abbiamo cenato insieme ora che sono venuto a Milano. Anche negli ultimi due mercati, e pure gli anni prima, hanno dovuto fare un lavoro molto “obbligato”, anzitutto rispettando i bilanci: come tanti ds sono costretti a dire oggi, bisogna essere bravi con le idee, non solo con i soldi. Nel caso dell’Inter, anzitutto con le idee: direi che sono stati molto bravi".

Luis Enrique ha meno attaccanti di cui doversi preoccupare?
"Nell’Inter non segnano solo Lautaro e Thuram, perché gioca in un modo diverso: è tutta la squadra ad “accompagnare” loro due. Certo, sapere di poter avere minuti di qualità anche da Taremi, e magari Arnautovic, sarebbe molto importante per Inzaghi. Di Lautaro mi hanno impressionato due cose: lo sguardo che aveva la sera di Inter-Barça, non stava bene eppure sembrava che volesse mangiare la partita. E immagino come a Monaco vorrà mangiare il pallone, visto che avrà recuperato anche fisicamente. Quella faccia me la aspetto anche da tutti gli altri interisti, da Barella in giù. E poi ho visto le sue foto di venerdì, Lautaro sembrava davvero disperato per lo scudetto perso e un capitano sa trasformare la rabbia in qualcosa di positivo. E trascinare la squadra trasmettendo voglia di riscatto".

A proposito: è stato uno scudetto perso o buttato?
"Buttato è una brutta parola, anche poco rispettosa per il Napoli. È vero che l’Inter sulla carta era più forte del Napoli. Ma è vero anche che l’Inter è in finale di Champions per la seconda volta in tre anni: io non solo non l’ho vinta, ma non sono neanche mai arrivato in finale...".

Sezione: Copertina / Data: Gio 29 maggio 2025 alle 08:42 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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